Bernini e la grande sfida al suo rivale Borromini


Nessuno aveva mai pensato all’architettura, alla scultura, alla pittura in modo così pieno. Nessuno aveva mai realizzato quel rapporto tra spazi, figura, contesto e opera d’arte come lui. E nessuno era riuscito a trasformare così a fondo una grande città come Roma – e l’essenza della scultura. Nessuno, prima di Gian Lorenzo Bernini: di cui ricordiamo oggi la scomparsa, 343 anni fa. Perché se dici Bernini pensi immediatamente alla fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona a Roma. E pensi a quella storica rivalità con un altro genio, quasi coetaneo: Francesco Borromini.
Chi scrive ha conosciuto l’erede diretto del Bernini, un collezionista operativo nel settore finanziario e ha avuto modo di accedere alla…vera verità su quell’eterna rivalità che oppose il Bernini al Borromini. Una rivalità fra due geni diversi in tutto, a partire da quelli che furono i rispettivi ambiti operativi. Perché è vero che il Bernini fu scultore, architetto, pittore, ma il Borromini gli fu sicuramente superiore nell’architettura. Ma non la sfangò in quella grande occasione che fu quella della fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona.
La loro fu una incredibile rivalità, che iniziò con la costruzione del Baldacchino di San Pietro (un’opera maestosa di 33 m in bronzo, una cosa incredibile, le uniche opere monumentali viste a quel momento erano le imprese dell’Impero Romano), che venne commissionata da Urbano VIII al Bernini anziché al Borromini: ci voleva un architetto “vero” e il referente naturale poteva essere solo il Borromini, ma Bernini ebbe la prontezza di sopravanzarlo nonostante la maggior parte dei progetti fosse opera dell’altro: un genio come Picasso, che neutralizzava i suoi pari. Proprio del Bernini furono invece i modelli della fontana dei Quattro Fiumi a piazza Navona: quando Innocenzo X Pamphilj li vide in occasione di una delle sue visite alla “Pimpaccia” (Olimpia Maidalchini) ne rimase folgorato al punto da commissionare a lui e non al Borromini la realizzazione dell’opera. Quella che oppose i due geni Bernini e Borromini fu una rivalità tra… ”gemelli diversi”, che rese i due Maestri come i protagonisti del romanzo di Conrad “I duellanti”.
Come diversi furono i rispettivi temperamenti: solare il Bernini e cupo il Borromini. Operativo e “sul pezzo” il primo, quanto introverso e depresso l’altro: che infatti finì i propri giorni trafiggendosi con la propria spada. Si dice che il Bernini, quando passava davanti alla sua fontana dei Quattro Fiumi, non potesse vederla senza pensare con profonda tristezza alla morte tragica dell’altro duellante.
FONTE: https://culturaidentita.it/ – DI Emanuele Beluffi