AGI – Il filosofo francese Bernard-Henri Levy è volato in Libia, dov’è atterrato a Misurata sabato con un jet privato e ha dichiarato al canale televisivo filo-governativo Al-Ahrar di essere nel Paese in veste di giornalista, incaricato di un reportage dal Wall Street Journal. Levy si è poi recato nella città di Tarhuna, dove le forze governative hanno scoperto una fossa comune che conterrebbe i corpi di civili giustiziati dalle milizie del generale Khalifa Haftar.
I gruppi armati fedeli al governo hanno dichiarato di aver impedito a Levy di entrare a Tarhuna, ma il filosofo ha postato sui social sue fotografie nella città, affiancato da uomini armati col volto coperto e in uniforme militare. Levy ha affermato di aver visitato il “campo di sterminio” di Tarhuna, dove 47 persone, compresi bambini, “avevano subito il martirio a opera di fantocci di Haftar”.
#Tarhuna. Just after my reportage on the killing fields. These are the true Libyan police who protect free press. So different from the thugs who tried to block my convoy on my way back to #Misrata. The full reportage will be published soon. pic.twitter.com/JYW1Aa5Y2V
— Bernard-Henri Lévy (@BHL)
July 25, 2020
Levy ha scritto: “Subito dopo il mio reportage sui campi di sterminio. Questi sono i veri poliziotti libici che proteggono la stampa libera. Cosi’ diversi dai criminali che hanno cercato di bloccare il mio convoglio sulla via del ritorno a Misurata”. Il filosofo ha affermato che un resoconto completo di quello che è successo sarà pubblicato presto.
Secondo notizie dei media libici, Levy aveva in programma di visitare la capitale Tripoli oggi per colloqui con il ministro degli interni Fathi Bashagha. Ma l’ufficio del Primo Ministro Fayez al-Sarraj ha negato “qualsiasi collegamento” con la visita di Levy e ha aggiunto di aver aperto un’inchiesta per stabilire come era successo e per prendere “misure dissuasive” contro gli organizzatori del viaggio del filosofo.
Vedi: Bernard-Henri Levy è a Tarhouna, "qui un campo di sterminio"
Fonte: estero agi