Berlusconi: storico Lupo, “Fu il politico dell’antipolitica”


“Se Berlusconi sarà ritenuto un personaggio storico, e in che misura, spetta a chi verrà dopo di noi, a chi studierà la complessità di ogni epoca. Di certo, egli ha rappresentato per tre decadi il sistema politico italiano, ma anche il costume, in una maniera straordinariamente forte. E con una personalizzazione quale mai si era avuta”. Salvatore Lupo, docente di Storia contemporanea all’Università di Palermo, non dismette i panni della professione, che lo abituano ad adottare cautela nel giorno della scomparsa del Cavaliere. “Sono uno storico ma anche un contemporaneo – spiega all’AGI – uno di quelli che lo hanno amato o detestato”, dice, invitando a ragionare su un’immagine di Berlusconi evidente anche negli ultimi giorni di vita del leader: “Era partito dall’antipolitica, e ha finito per diventare, con Forza Italia, un presidio della politica tradizionale”. L’antipolitica fu la leva della “discesa in campo” di Silvio Berlusconi. “L’antipolitica – prosegue Lupo – non è altro che uno dei linguaggi della politica. Non sono in contraddittorio, per cui l’una cosa non esclude l’altra. Berlusconi entrò in politica dicendo di non essere un politico di professione. E che Forza Italia non era un partito. Diceva di essere un uomo dell’impresa prestato temporaneamente alla politica, e Forza Italia un tipo di organizzazione della società civile”. “Oggi – continua lo storico – abbiamo davanti tutta la parabola umana di Berlusconi: politico fino alla fine, fin quando in punto quasi di morte continuava a far intendere di occuparsi di politica a tempo pieno. Ecco la contraddizione: Berlusconi nasce come esponente numero uno dell’antipolitica, e in virtù di questo ottiene un enorme successo politico. Poi continua a giocare lo stesso gioco della politica mettendo progressivamente da parte l’aspetto antipolitico e antipartitico, addirittura come presidio della politica tradizionale”. Esistono eredi politici di Berlusconi? “Berlusconi – risponde – non ha eredi, non ve ne possono essere perché tutto lo ha incentrato su una personalizzazione estrema della sua figura. Spesso ci siamo chiesti che fine avrebbe fatto Forza Italia senza Berlusconi; la risposta è stata sempre infausta, nel senso che tutti quelli che si sono presentati come suoi delfini, nel tempo sono stati messi da parte. C’è stato non solo un partito personalizzato, ma anche la teorizzazione che quel partito non potesse esistere senza Berlusconi.

La Sicilia è stata per anni una cassaforte elettorale di Berlusconi. “La Sicilia – spiega Lupo all’AGI – ha una forte sedimentazione antipartitica, e credo che molti aspettassero una risorsa come Berlusconi per far pesare la loro influenza nel voto e poterlo orientare verso un gruppo politico che rispondesse a un’immagine diversa dall’apparato ideologico e funzionariale dei partiti”. Il Cavaliere era, inoltre, “l’uomo ricco, che rappresentava valori in sintonia con quelli di molti, e prometteva di saper governare il paese: forse in Sicilia questa consonanza tra questo genere di leader politico e l’opinione pubblica è forte. Il sistema elettorale maggioritario, nel caso del 61 a 0, fece il resto”. E i presunti rapporti con la mafia, ipotizzati da magistrati ma poi mai certificati da sentenze? “Hanno fatto decine di inchieste – risponde Lupo, autore di importanti libri sulla storia della mafia – e non hanno mai trovato nulla, e sicuramente nulla di quel che pensavano di trovare. È stato assolto. Quanto a Marcello Dell’Utri, questi “era uno del suo inner circle che lo ha portato a far il salto da una dimensione imprenditoriale, affaristica, uno di quelli con cui si consigliava. Se poi gli portava i soldi della mafia, non è mai stato dimostrato”.

Cosa ne sarà della destra senza Silvio Berlusconi? “La destra ha già risolto da tempo questo problema. Dopo essere stata antipolitica – conclude lo storico Lupo – ha attinto a una più antica corrente politica, quella del fascismo, una corrente tutta novecentesca. E d’altronde nemmeno Berlusconi fu un moderato solo nell’ultima parte della sua stagione politica. per il resto, aveva sempre invitato la destra a presentarsi per quello che era, senza maschere”. (AGI)