AGI – Acque ancora agitate nella maggioranza sulla manovra, dove stenta l’intesa sui relatori.
Ma i partiti che sostengono il governo Draghi faticano anche a trovare la quadra sulle modifiche da apportare al testo: non ha sosta la rivendicazione delle prorie priorità e i distinguo fioccano. Al Senato, intanto, proseguono le audiziuoni che termineranno martedì sera con il ministro dell’Economia Daniele Franco.
E alla vigilia di un nuovo incontro al Mef con i responsabili economici dei partiti per cercare un’intesa sul fronte fisco, arriva a sorpresa l’apertura di Silvio Berlusconi sul reddito di cittadinanza, misura ‘bandiera’ dei 5 stelle e confermata nella legge di Bilancio seppur con alcune modifiche.
Una apertura, quella del leader azzurro, che ‘spiazza’ gli alleati di centrodestra, fortemente critici sulla conferma del reddito.
Matteo Salvini annuncia che chiederà un incontro al premier Mario Draghi, perché per la Lega ora la priorità è la lotta al ‘caro bollette’. Il leader leghista mette in chiaro: “E’ necessario trovare subito altri soldi per bloccare gli aumenti delle bollette. È la cosa più urgente: milioni di famiglie e di imprese rischiano di vedersi staccare luce e gas”.
Ebbene, è la proposta di Salvini, “servono almeno 3 miliardi, si taglino agli sprechi e ai furbetti del reddito di cittadinanza”. Parole che sembrano ‘contraddire’ proprio quelle pronunciate da Berlusconi in un’intervista: “Gli importi che sono finiti a dei furbi che non ne avevano diritto sono davvero poca cosa rispetto alle situazioni di povertà che il reddito è andato finalmente a contrastare”, spiega infatti il Cavaliere.
Che, invece, incassa il plauso innanzitutto dei pentastellati, ma anche di Pd e sinistra. E Osvaldo Napoli di Coraggio Italia osserva: “Il centrodestra si prepara a vivere ogni giorno improvvise sbandate, e sarà sempre più difficile fare retromarcia dopo certe aperture. Mi chiedo: una volta chiusa la vicenda Quirinale, come sarà possibile ricucire e tornare alla compattezza della coalizione? Più verosimile a me sembra che le aperture di oggi da parte di Berlusconi prefigurino in qualche modo il desiderio di proseguire con l’attuale governo, anche a costo di farlo con una maggioranza diversa”.
“Dopo tre anni Berlusconi ha capito che il reddito di cittadinanza è una misura sociale che aiuta le classi più deboli e anche chi perde il lavoro e ha bisogno di un’assistenza nella fase di emergenza”, commenta il capogruppo M5s alla Camera Davide Crippa, secondo il quale “i correttivi del reddito da noi chiesti e ottenuti anche in questa manovra intervengono sul controllo preventivo”, aggiunge.
“Il giudizio di Berlusconi sul reddito di cittadinanza ha un peso politico che non si può trascurare”, spiega la presidente della commissione Lavoro, Romina Mura del Pd. “Perfino Berlusconi ha riconosciuto che il reddito di cittadinanza è una misura di sostegno per milioni di famiglie in grave situazione di povertà. Non sarebbe male che ora se ne accorgessero anche Salvini, Renzi e Meloni e che la finissero con le loro furiose ed immorali campagne contro le persone in difficoltà”, sostiene il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni.
Sul fronte opposto Italia viva. Matteo Renzi, chiudendo l’undicesima edizione della Leopolda, si rivolge agli ex colleghi di partito: se il Pd “si sposa con i 5 stelle, è il Partito democratico che abbandona la casa riformista da cui è partito, non siamo noi. E’ legittimo abbracciare le convinzioni degli altri, ma non dire che noi vogliamo andare con Salvini e Meloni”.
Del resto, puntualizza l’ex premier, “non siamo noi che abbiamo lasciato la bussola del riformismo, ma di chi insegue i populismi e chi strizza l’occhio al reddito di cittadinanza”.
E il presidente del partito, Ettore Rosato, incalza: “Io non ho più voglia di farmi fare l’esame del dna da chi nel 2019 voleva andare alle elezioni con Salvini, Zingaretti aveva i suoi motivi… Io non ci sto più. Sulla giustizia abbiamo cambiato idea? Noi no, è il Pd che ha cambiato idea.
Sul reddito di cittadinanza Zingaretti usava parole più dure delle nostre, adesso se lo sono bevuto…”. Chiosa la renziana Teresa Bellanova: “Ci dicono che noi siamo contro i poveri. Il reddito di cittadinanza è la negazione della dignità delle persone, non serve per la povertà uno strumento generalista ma uno dedicato”.
A chi critica l’uscita di Berlusconi, replica l’azzurro Sestino Giacomoni, spiegando che “non c’è nessuno stupore”, il leader di Forza Italia è solo coerente, in quanto “tra le misure che FI ha proposto nel corso della campagna elettorale del 2018 c’era il ‘Reddito di dignità’, un sostegno da dare a tutti coloro che non avevano un reddito dignitoso per vivere”, “aveva lo stesso obiettivo del reddito di cittadinanza, ossia aiutare chi resta indietro”, ricorda Giacomoni.
Ma FdI la pensa come Salvini: “Tagliare le tasse e fermare gli aumenti delle bollette piuttosto che finanziare gli sprechi legati al reddito di cittadinanza”, spiega il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida.
Source: agi