Benigni al Papa, elezioni insieme con campo largo


(di Eliana Ruggiero) – E’ un fiume in piena Roberto Benigni. Sul sagrato della Basilica di San Pietro, a conclusione della prima Giornata Mondiale dei Bambini, il Premio Oscar li esorta a prendere in mano la propria vita e a farne un capolavoro, a migliorare il mondo (“noi non ci siamo riusciti”), a essere felici e a trovare la parola per poter finire per sempre la “vigliaccheria” della guerra. La gioia di Benigni è contagiosa, cita Gianni Rodari e racconta che da piccolo avrebbe voluto fare lui il Papa. Scherza anche con il Pontefice: alle prossime elezioni “ci mettiamo insieme e facciamo il campo largo. Mettiamo sulla scheda ‘Jorge Mario Bergoglio detto Francesco’, vinciamo subito”. E il Papa ride.
In oltre 50 mila hanno affollato piazza San Pietro per la messa conclusiva della Gmb. Nell’omelia a braccio, Papa Francesco si rivolge ai bambini invitandoli a pregare per la pace. Con domande e risposte, Francesco, nel giorno in cui la Chiesa ricorda la Santissima Trinità, spiega come in una lezione di Catechismo il mistero di Dio: “Uno in tre persone: Il Padre che ci ha creato, Gesù che ci ha salvato e lo Spirito Santo che ci accompagna nella vita”. Ricorda l’amore di Gesù per noi, “perdona tutto” e “sempre” anche al “più brutto dei peccatori” e che “la fede ci fa felici”. Insieme ai bambini recita un’Ave Maria (“alla nostra Madre del Cielo”) e alla fine della celebrazione raccomanda di andare a “salutare i nonni”.
Sulla scena irrompe, dopo la messa, Roberto Benigni. “Sono pieno di felicità”, “pieno di gioia come un cocomero”, dice il comico toscano che, rivolgendosi al Papa, “a portata di cuore”, ammette di volerlo baciare, stringerlo per dimostrare il suo affetto. “Lei è argentino, potrei ballare il tango qua davanti”, continua confessando che prima di iniziare il monologo due Guardie Svizzere lo avevano avvisato che l’unica cosa da non fare era toccare il Papa. “E ora, da quando me lo hanno detto, ho voglia di fare solo quello, come Adamo ed Eva con la mela”, “posso un bacio? A che servono i baci se non si danno?”, e, rompendo il protocollo, bacia il Pontefice. “E’ meraviglioso”, prosegue Benigni che dice di sentirsi a proprio agio in Vaticano, “lo Stato più piccolo al mondo dove c’è l’uomo più grande del mondo, una cosa incredibile”. “Io ho una vocazione”, aggiunge e racconta che da piccolo alla domanda ‘Cosa vuoi fare da grande?’ lui rispondeva “serio serio: il Papa. E tutti a ridere, si sbellicavano dal ridere. Allora decisi di fare il comico… Se invece di ridere si fossero inginocchiati avrei fatto il Papa. Sarebbe stato pericoloso però mi piacerebbe fare il Papa”. E rivolgendosi al Pontefice: “Quasi quasi Santità per le prossime elezioni mi presento anche io. No, non dopo di lei, insieme a lei. Ci mettiamo insieme e facciamo il campo largo. Mettiamo sulla scheda ‘Jorge Mario Bergoglio detto Francesco’, vinciamo subito. E’ una bellissima idea no?”.
“I bambini sono il nostro futuro, la gioia di domani, una cosa meravigliosa. Magari in mezzo a voi c’è un nuovo Michelangelo, un nuovo Galileo, una nuova Rita Levi Montalcini. O magari c’è il nuovo Papa, o due o tre, non si sa mai”, aggiunge. “Questa è la città del Signore, il regno di Dio e qui tutto è possibile, anche che uno di voi diventi Papa, magari il primo africano o asiatico della storia, o di Roma, del Testaccio, o la prima Papa donna della storia, pensate che roba…”. Benigni sottolinea l’importanza della prima Giornata Mondiale dei Bambini, “dovrebbe essere nostro dovere fare di ogni giorno una festa per i bambini”, ci ha pensato il Papa e “oggi siamo tornati tutti bambini, e il più piccolo è Papa Francesco, che ha tre anni e tanti, tanti, tanti giorni, è un bambino, è puro, ha la purezza, se venite a mezzanotte ha un’aura luminosa una luce intorno, come Campanellino di Peter Pan, ha la polvere di fata anzi la polvere di Papa”.
“Ognuno di voi è il protagonista di una storia che non si ripeterà più. Siete voi gli eroi della vostra vita”, dice poi ai bambini in piazza. “Fate le cose difficili! Sognate! Che è la cosa più bella del mondo. E per sognare – svela – non bisogna chiudere gli occhi. Bisogna aprirli!”. “I bambini non sono un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere” con la fantasia, leggere le fiabe che non si limitano a raccontare che i draghi non esistono ma insegnano che “i draghi possono essere sconfitti”. “Che mondo tristissimo sarebbe senza Paperino, Cenerentola o Harry Potter…”. E poi rassicura sugli errori: “Sono necessari, a volte sono utili e belli. Avete visto che bell’errore la Torre di Pisa?”. Il segreto è divertirsi, prosegue l’attore: “Amate ciò che fate, non accontentatevi di fare un buon lavoro, lo dovete fare al meglio, come Michelangelo ha fatto questa cupola”. Benigni ripete l’invito di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura!”. “Siamo tutti insieme, nei vostri cuori pulsa l’intera umanità, siamo una sola persona. Vi vedo qui pronti a prendere il volo e allora fatelo! Prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro! Lo potete fare! Costruite un mondo migliore! Fatelo diventare più bello! Noi non ci siamo riusciti… Il mondo ha bisogno di essere bello!”. “Ognuno di voi porta il proprio contributo, piccolo piccolo, invisibile ma concreto” verso il bene. “Cercate di fare le cose belle, rendete gli altri felici e per farlo bisogna essere felici. Siate felici, diventate l’adulto che avreste voluto accanto quando eravate bambini”. “Buttatevi dentro la vita”, è l’esortazione del Premio Oscar che ammette: “L’unica cosa sensata che ho sentito dire in tutta la mia vita”, “l’unica buona idea che sia stata espressa nella storia dell’umanità”, l’ha detta Gesù, il discorso della Montagna, ‘Beati i misericordiosi’. È un invito rivolto a tutti a essere “profondamente buoni”. “Siate profondamente buoni! La vita è amore, conoscenza e una compassione infinita per il dolore che attraversa l’umanità”. “Non aspettate che il mondo si prenda cura di voi, prendetevi cura voi del mondo, almeno quello alla vostra portata, amate chiunque sia a vostra portata di mano…”. Da qui l’appello rivolto a tutti i presenti: “Molto spesso il mondo è governato da gente che non sa cos’è la misericordia, l’amore. Gente che commette il più grave e il più stupido dei peccati: la guerra”, una parola “brutta”, “sporca tutto, non la si può ascoltare”. “Dobbiamo porre fine a questa cosa. Io vedo che quando i bambini giocano alla guerra appena uno di loro si fa male si fermano, fine del gioco. Ma perché quando fanno la guerra al primo bambino che soffre, che si fa male, perché non si fermano? Ma perché? Che vigliaccheria. Deve finire la guerra. Voi mi direte: è un sogno, è una fiaba. Sì, è così, però come ha detto Gianni Rodari: ‘Le fiabe possono diventare realtà, possono diventare vere!’. Il grande problema è trovare le parole giuste per far diventare vero” ciò che diciamo. “Nessuno ha trovato la parola giusta per fermare la guerra, un po’ come ‘apriti, sesamo’, ‘guerra, fermati’. Eppure sono sicuro che in mezzo a voi ci sia chi troverà la parola per fermare la guerra per sempre. Esiste quella parola, la dobbiamo cercare insieme” perché “non c’è niente di più bello al mondo della risata di un bambino! E se un giorno tutti i bambini del mondo, nessuno escluso, potranno ridere tutti insieme, sarà un grande giorno, sarà il giorno più bello della storia del mondo!”, conclude Benigni.
Alla messa conclusiva della prima Giornata Mondiale dei Bambini – la seconda sarà nel settembre 2026 – era presente anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme alla figlia Ginevra. La premier ha incontrato brevemente Papa Francesco prima della celebrazione. (AGI)
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