Basta al menefreghismo che entra nel cuore, dice Papa Francesco


AGI – “La nostra sfida, oggi, non è ‘come ce la caviamo’, come noi usciamo da questa realtà; la nostra sfida vera è ‘come potrà essere la vita della prossima generazione’: dobbiamo pensare a questo!”. Citando il teologo martire Dietrich Bonhoeffer, Papa Francesco ha rinnovato a tutti l’appello alla salvaguardia della nostra casa comune.

Ricevendo le Comunità Laudato si’, nate su idea del vescovo di Rieti, Domenico Pompili, e di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food (entrambi giorni fa in Vaticano per la presentazione del libro ‘TerraFutura’, in cui il Papa e lo stesso Petrini conversano su queste tematiche, ndr), Francesco a fine udienza ha chiesto a coloro che non pregano di mandargli “buone onde” (“ne ho bisogno!”, ha detto sorridendo tra gli applausi dei presenti)

“Non bastano impegni generici”

L’incuria del creato e le ingiustizie sociali si influenzano a vicenda: si può dire che non c’è ecologia senza equità e non c’è equità senza ecologia“, ha sottolineato il Pontefice. Del resto “anche la pandemia lo ha dimostrato: la salute dell’uomo non può prescindere da quella dell’ambiente in cui vive”. Salvaguardare la nostra casa comune riguarda tutti, “specialmente i responsabili delle nazioni e delle attività produttive”.

“Non bastano impegni generici – parole, parole… – e non si può guardare solo al consenso immediato dei propri elettori o finanziatori. Occorre guardare lontano, altrimenti la storia non perdonerà. Serve lavorare oggi per il domani di tutti. I giovani e i poveri ce ne chiederanno conto. E’ la nostra sfida”, ha ripetuto Francesco che ha indicato due parole-chiave dell’ecologia integrale: contemplazione e compassione. Basta con quel “menefreghismo che entra nel cuore”, la compassione “e’ il vaccino migliore contro l’epidemia dell’indifferenza”.

Francesco ha osservato come oggi la natura che ci circonda non venga più ammirata, contemplata, ma “divorata”. Tutti “siamo diventati voraci, dipendenti dal profitto e dai risultati subito e a tutti i costi”. “Malati di consumo. Questa è la nostra malattia!“, ha affermato precisando come ci si affanni per l’ultima App ma “non si sanno più i nomi dei vicini, tanto meno si sa più distinguere un albero da un altro. E, ciò che è più grave – ha aggiunto -, con questo stile di vita si perdono le radici, si smarrisce la gratitudine per quello che c’è e per chi ce l’ha dato”.

“Liberarsi dalla prigionia del cellulare”

Occorre “non distrarci in mille cose inutili, occorre ritrovare il silenzio” e “liberarsi dalla prigionia del cellulare, per guardare negli occhi chi abbiamo accanto e il creato che ci è stato donato”. Ecco che la contemplazione “è l’antidoto alle scelte frettolose, superficiali e inconcludenti”. E il frutto della contemplazione è la compassione, che “non è dire: ‘questo mi fa pena…'”, ma “patire con”.

La compassione è il contrario dell’indifferenza, “quel menefreghismo che entra nel cuore, nella mentalità, e che finisce con un ‘che si arrangi'”. La compassione “non è pietismo” ma “creare un legame nuovo con l’altro”. “Il mondo ha bisogno di questa carità creativa e fattiva, di gente che non sta davanti a uno schermo a commentare, ma di gente che si sporca le mani per rimuovere il degrado e restituire dignita’”, ha ribadito Bergoglio.

“Avere compassione è una scelta: è scegliere di non avere alcun nemico per vedere in ciascuno il mio prossimo. E questa è una scelta”, ha continuato. “Chi ha compassione entra in una dura lotta quotidiana contro lo scarto e lo spreco, lo scarto degli altri e lo spreco delle cose“, come quell’oltre miliardo di tonnellate di cibo che ogni anno, secondo la Fao, i Paesi industrializzati buttano via e che Francesco ha definito “scandaloso”.

“Aiutiamoci, insieme – è stato il suo invito finale -, a lottare contro lo scarto e lo spreco, esigiamo scelte politiche che coniughino progresso ed equità, sviluppo e sostenibilità per tutti, perché nessuno sia privato della terra che abita, dell’aria buona che respira, dell’acqua che ha il diritto di bere e del cibo che ha il diritto di mangiare”.

Costruire la fraternità universale. E questo è il momento, questa è la sfida di oggi“, ha concluso.

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Fonte: cronaca agi