«Fino alle elezioni europee di giugno non mi aspetto niente» sul fronte del risiko bancario «e quindi credo che le notizie che sono circolate questa settimana, riprese dai principali media italiani, siano voci che tengono a correre dietro a voci, indicazioni varie di persone che girano all’interno del settore bancario. Credo che di concreto non ci sia niente: qualcosa, forse, si muoverà dopo le elezioni europee di giugno». Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, intervistato da Jole Saggese a Class Cnbc. Quanto al consiglio di amministrazione di Unicredit in programma domenica, Sileoni ha detto che «non succederà niente di importante. Molto probabilmente è una convocazione calendarizzata da tempo ma che non è propedeutica a nessun annuncio di opa, aggregazioni o fusioni. In questi giorni, la stampa economica ha descritto l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, come seduto su una montagna di liquidità pari a 12 miliardi, quindi molto probabilmente nella sua testa, per come ho avuto modo di conoscerlo e capito, per come ho vissuto la sua gestione all’interno del suo stesso gruppo, molto difficilmente sparerà cartucce a salve: questo significa che quando e se capiteranno delle occasioni, sarà pronto per fare operazioni, ma non è uno che si avventura, si avventura in iniziative che sono diverse da esperienze che ha vissuto in altri Paesi dove ha lavorato. Orcel ha la consapevolezza le dinamiche interne italiane economiche e politiche sono gestite in un certo modo, lo ha capito il primo giorno che ha messo piede in Italia: sono completamente diverse dalle dinamiche finanziarie e politiche che lui ha vissuto in altri mercati internazionali» ha aggiunto il segretario generale della Fabi. Secondo Sileoni «per avere una chiara prospettiva e, soprattutto, una chiara idea di come lo stato di salute di tutte le banche, dobbiamo aspettare molto probabilmente il 2025 o il 2026, quando i tassi caleranno e calerà il costo del denaro con un conseguente ridimensionamento degli utili delle banche. In quel momento, vedremo quali sono le banche che sono state gestite meglio rispetto a quelle che hanno avuto comunque degli utili importanti, ma che provenivano esclusivamente dal rialzo del costo del denaro deciso dalla stessa Banca centrale europea». (AGI)
ILA