A decorrere dal primo gennaio 2024 le PA sono tenute ad accreditarsi alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici, a sviluppare le interfacce applicative e a rendere disponibili le proprie basi dati. Tuttavia, al debutto si sono verificati alcuni problemi, come quelli relativi all’acquisizione del CIG e agli affidamenti diretti sotto i cinquemila euro.
Bisogna comunque evidenziare che il nuovo Codice appalti non ha introdotto alcuna innovazione che agevoli l’efficienza delle procedure di affidamento e l’ottimizzazione dei costi, ma ha lasciato regole e strumenti sostanzialmente invariati rispetto alla norma previgente. Tuttavia, in tema di interoperabilità ed efficienza delle piattaforme ha disposto novità importanti da attuare in tempi molto stretti.
Il Codice ha infatti tuonato che dal primo gennaio 2024 la Banca dati nazionale dei contratti pubblici gestita da ANAC deve essere interoperabile con le piattaforme di e-Procurement delle stazioni appaltanti per la digitalizzazione di tutte le fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici e con tutte le altre piattaforme e banche dati dei soggetti coinvolti nel ciclo di vita dei contratti pubblici. Un obiettivo molto ambizioso che i bookmakers, se avessero potuto accettare scommesse, avrebbero quotato a valori altissimi a causa della complessità dell’operazione e del ridottissimo tempo a disposizione.
Mepa, Anac e digitalizzazione: i problemi del debutto
Pensare che il debutto sarebbe stato esente da inconvenienti rappresentava un pensiero utopico.
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Fatturazione elettronica
Gestione documentale
Acconsento alla comunicazione dei dati a terzi appartenenti ai seguenti settori merceologici: servizi (tra cui ICT/digitali), manifatturiero, commercio, pubblica amministrazione. I dati verranno trattati per finalità di marketing tramite modalità automatizzate e tradizionali di contatto (il tutto come specificato nell’informativa)
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L’acquisizione del CIG
Lo scoglio maggiore per le Amministrazioni è stato rappresentato dalle difficoltà incontrate per l’acquisizione del Codice Identificativo Gara – CIG, sia perché molti Enti non avevano chiaro che il Punto Ordinante nel sistema Consip avrebbe dovuto assumere un ruolo di maggior rilievo, sia perché la piattaforma Consip prevedeva la compilazione di campi dall’oscuro significato (basti pensare al campo “ID partecipante” ed alla necessità di compilarlo ricorrendo ad un “servizio esterno” per la generazione di un codice). Consip ha prontamente reagito con una guida online e con materiale di supporto che ha chiarito subito come fare.
Gli affidamenti diretti sotto i cinquemila euro
Problemi se ne sono riscontrati anche per gli affidamenti diretti di importo inferiore a 5.000 €, soprattutto per quelle merceologie non acquistabili sul MePA Consip. La mancata disponibilità di Piattaforme di Approvvigionamento Digitali (PAD) ha pertanto bloccato per qualche giorno l’operatività delle Amministrazioni finché ANAC, con un atto di buon senso, il 10 Gennaio scorso ha deciso di riaprire la propria interfaccia web per l’accesso alla Piattaforma Contratti Pubblici (PCP) per richiedere il CIG anche per tale tipo di affidamenti. Potrebbe sembrare poco, ma anche rispetto ai tempi di reazione del passato, dimostra che tutti stanno lavorando alacremente, confidiamo che i risultati positivi arriveranno presto!
Banca dati nazionale dei contratti pubblici, gli obiettivi
Va precisato che la Banca dati nazionale dei contratti pubblici intende colmare un enorme vuoto che le stazioni appaltanti, quasi soffocate da obblighi di comunicazione e rendicontazione, da sempre lamentano: l’assenza di un nodo telematico che rende disponibili in modo automatizzato i servizi e le informazioni necessarie allo svolgimento delle fasi dell’intero ciclo di vita dei contratti pubblici. E in effetti, la Banca dati nazionale dei contratti pubblici avrebbe potuto meglio chiamarsi “Centro Servizi nazionale dei contratti pubblici” per sottolinearne l’unicità e la importantissima ed innovativa componente di servizi applicativi nonché per allontanarsi dall’idea di una ennesima banca dati di cui gli Enti non sentivano il bisogno.
Dal primo gennaio 2024 le stazioni appaltanti effettuano la pubblicità legale di bandi e avvisi attraverso la stessa Banca dati Anac che provvede alla trasmissione all’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea. Anche La pubblicità in ambito nazionale relativa agli affidamenti di importo inferiore alla soglia di rilevanza europea finalmente è effettuata tramite la Banca dati Anac che provvede alla pubblicazione sulla piattaforma per la pubblicità legale.
L’impatto sulle imprese
Come spesso accade, gli obiettivi del Codice hanno trascurato le imprese, dimenticando che dall’efficienza delle Imprese dipende l’economicità degli appalti e dall’efficacia delle Imprese dipende quella della Pubblica Amministrazione. Sembra infatti che chi ha ispirato il Codice trascurasse la visione sistemica che attribuisca ai Fornitori il ruolo della crescita economica del Paese e di motore dell’efficacia della Pubblica Amministrazione.
Ma Anac è andata oltre i principi e gli obiettivi del Codice e la Banca dati nazionale è risultata di grandissimo valore anche per le Imprese che tramite essa possono analizzare la domanda pubblica e la concorrenza attraverso le funzioni di consultazione dei dati relativi a gare e appalti.
Come funziona la dashboard della banca dati Anac
Se in passato questa possibilità era riservata solo alle Imprese in grado di estrarre, bonificare, rielaborare e rappresentare graficamente i dati pubblicati da Anac, oggi è disponibile per tutti una eccellente dashboard per consultare le informazioni di interesse su gare in corso e sui contratti stipulati, analizzandoli per Stazione Appaltante, Oggetto, periodo di tempo, Fornitore, tipo di gara ed altro ancora.
Con questa dashboard, qualsiasi Fornitore interessato a conoscere meglio il mercato pubblico ha i dati e gli strumenti per analizzare la domanda pubblica, il mercato e la concorrenza.
L’interoperabilità consente alle stazioni appaltanti di verificare il possesso dei requisiti per la partecipazione a gare e affidamenti pubblici utilizzando i dati e i documenti presenti nel Fascicolo virtuale dell’operatore economico che gli enti certificatori aggiornano automaticamente.
Come cambia la piattaforma Consip
Consip con ancora meno tempo a disposizione ha adeguato il portale Acquisti in Rete PA per garantire l’interazione automatizzata con la Banca dati nazionale dei contratti pubblici e rilasciare nuove funzionalità.
Il salto di qualità è stato enorme, anche maggiore rispetto al nuovo portale messo in linea un anno e mezzo fa. Infatti, la mancanza di interazione con la Banca dati Anac e gli strumenti di pubblicazione di bandi e avvisi era una limitazione che la piattaforma Consip accusava da sempre, a differenza di altre piattaforme di e-Procurement regionali spesso meno semplici da utilizzare ma più avanzate sul profilo dell’interazione con gli altri sistemi informatici pubblici.
Finalmente dal primo gennaio 2024 (più precisamente dal giorno 6 a causa delle necessarie attività di manutenzione straordinaria saggiamente eseguite solo dopo la conclusione del 2023) sono disponibili nuove ed interessanti funzionalità della piattaforma che si collocano nel solco tracciato dal Codice e da Anac. Si parte, quindi, con l’integrazione della piattaforma Consip con quella Anac al fine di poter richiedere i CIG, compilare l’Anac Form, l’eForm e caricare l’European Single Procurement Document. Grande ed attesa novità quindi, visto che la richiesta e la gestione del CIG avviene tramite integrazione con la Piattaforma dei Contratti Pubblici di Anac per tutte le nuove iniziative d’acquisizione svolte tramite la piattaforma Consip, siano essi affidamenti in Convenzioni, Accordi Quadro, MePA, SDAPA o gare telematiche “ASP”.
Il ruolo del RUP
In tutto questo il RUP assumerà un ruolo ancora più importante e, eventualmente avvalendosi di collaboratori, avrà a disposizione una nuova sezione per gestire tutte le attività di comunicazione con i sistemi Anac: scelta della scheda Anac da utilizzare, compilare L’Anac form per la pubblicazione sulla GURI, compilare l’eFORM per la pubblicazione sulla GUCE, caricare l’European Single Procurement Document e richiedere i CIG.
Con il nuovo anno è inoltre possibile gestire nell’ambito delle singole procedure di gara il Fascicolo di Gara per una gestione telematica completa delle fasi del ciclo di vita del Contratto.
Le novità importanti proseguono con la possibilità per il RUP di accedere alle funzionalità di consultazione del Fascicolo Virtuale dell’Operatore Economico (FVOE) attraverso la piattaforma Acquisti in Rete, per richiedere l’accesso al FVOE, verificarne la richiesta, ricercare e recuperare documenti. Non potevano poi mancare le tanto attese funzionalità per gestire il documento eDGUE, attualmente disponibile solo in formato xml.
SPID e CIE per il portale Acquisti in rete PA
Per finire, per adeguarsi alle regole tecniche emanate da AgID, da gennaio si accede al portale Acquisti in Rete PA esclusivamente tramite SPID e CIE e non più tramite semplice userid e password. Questa modifica nella teoria sarebbe semplice e indolore per l’utenza ma nella pratica ha prodotto un impatto organizzativo notevole. Non può certo dirsi che grazie all’accesso al Portale tramite SPID migliora l’efficienza amministrativa ma certamente la modifica era necessaria e non più procrastinabile quindi benvenuto SPID!
fonte: https://www.agendadigitale.eu/