Balneari: battaglia FdI-FI-Lega, indennizzi per valore azienda


Insomma, la maggioranza ha ‘digerito’ l’inevitabilità delle aste (il dl approvato dal Consiglio dei ministri a settembre prevede l’estensione della validità delle attuali concessioni fino al 30 settembre 2027, in attesa delle nuove gare da bandire entro giugno dello stesso anno) ma – la tesi – “l’indennizzo deve prescindere dall’asta”. In base al testo attuale, invece – spiegano in Forza Italia – si certifica che chi subentra non deve pagare nulla. Bisogna considerare le spese di avviamento, non certamente solo quelle degli ultimi 5 anni caratterizzati tra l’altro dal Covid”. Altra sottolineatura degli azzurri: “Gli alberghi che hanno una spiaggia verrebbero danneggiati non poco”.
Un emendamento di FdI al decreto “recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano” prevede che all’offerente “non possono essere rilasciate più di due concessioni su tutto il territorio nazionale”.
L’altra proposta di modifica riguarda appunto gli indennizzi: “In caso di rilascio della concessione a favore di un nuovo concessionario, il concessionario uscente ha diritto al riconoscimento di un indennizzo a carico del concessionario subentrante pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione, ivi compresi gli investimenti effettuati in conseguenza di eventi calamitosi debitamente dichiarati dalle autorità competenti ovvero in conseguenza di sopravvenuti obblighi di legge, al netto di ogni misura di aiuto o sovvenzione pubblica eventualmente percepita e non rimborsata, nonché pari a quanto necessario per garantire al concessionario uscente un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati relativi a immobilizzazioni materiali ed immateriali e al valore aziendale dell’impresa stabilita sulla base di criteri previsti con decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze da adottarsi entro il 31 marzo 2025”. Sono circa duecento gli emendamenti al decreto infrazioni e i fari sono accesi sulle proposte di modifica della maggioranza. Il nodo riguarda i termini dell’accordo siglato tra il governo e l’Unione europea sulle concessioni balneari e soprattutto il tema degli indennizzi per i concessionari uscenti. Tre gli emendamenti presentati dalla Lega: la richiesta principale è quella di eliminare i vincoli temporali per gli indennizzi sugli investimenti (al momento infatti il decreto prevede una equa remunerazione solo per chi ha effettuato lavori negli ultimi cinque anni). Una ventina gli emendamenti targati Forza Italia. Ma anche Fratelli d’Italia ha autorizzato una decina di proposte di modifica al provvedimento.
Per gli indennizzi i testi dei deputati di centrodestra puntano al riconoscimento del valore d’azienda e a far sì che i concessionari a cui viene riconosciuto l’indennizzo ottengano subito il 50% delle somme (al momento è previsto il 20%), e l’importo restante in fideiussioni. Inoltre si chiede che ci sia un limite di due concessioni balneari sul territorio a soggetto.
Ma la battaglia è politica: il partito della premier Giorgia Meloni autorizzando la presentazione degli emendamenti fa intendere che potrebbero esserci dei margini di trattativa, anche in prospettiva, considerate le deleghe che avrà il futuro vicepresidente esecutivo e commissario Ue Raffaele Fitto. “Io ho fatto e farò – spiega il deputato Riccardo Zucconi di FdI all’AGI – una battaglia a favore delle micro-imprese che caratterizzano il futuro di questo Paese. La partita non è solo sulle concessioni demaniali ma anche su quelle comunali. Cosa succederà?”. L’appiglio è legato alla legge Draghi sulla concorrenza, che riconosce al concessionario uscente un indennizzo che – per Zucconi – si deve basare sul valore aziendale: “C’è l’articolo 42 della Costituzione: lo Stato tutela la proprietà privata, le proprietà non possono essere espropriate senza riconoscere un valore”. Nella proposta di modifica di Fratelli d’Italia si sottolinea poi che “il valore degli investimenti effettuati e non ammortizzati e di quanto necessario a garantire un’equa remunerazione” è determinato “con perizia acquisita dall’ente concedente prima della pubblicazione del bando di gara, rilasciata in forma asseverata e con esplicita dichiarazione di responsabilità da parte di un professionista nominato dal medesimo ente concedente tra cinque nominativi indicati dal Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili”. Le spese della perizia “sono a carico del concessionario uscente. In caso di rilascio della concessione a favore di un nuovo concessionario, il perfezionamento del nuovo rapporto concessorio è subordinato all’avvenuto pagamento dell’indennizzo da parte del concessionario subentrante in misura non inferiore al cinquanta per cento e al rilascio di una fideiussione a copertura della rimanente somma. Il mancato tempestivo pagamento di cui al quarto periodo è motivo di decadenza dalla concessione e non determina la prosecuzione, in qualsiasi forma o modalità comunque denominata, del precedente rapporto concessorio”.
Riguardo il termine fissato in cinque anni per gli indennizzi legati agli investimenti, le parole “effettuati negli ultimi cinque anni” sarebbero così sostituite dalle parole “relativi a immobilizzazioni materiali ed immateriali e al valore aziendale dell’impresa”, mentre le parole “in misura non inferiore al venti per cento” verrebbero sostituite da “in misura non inferiore al cinquanta per cento e al rilascio di una fideiussione a copertura della rimanente somma”.
Il centrodestra aveva provato anche in altri decreti a perorare la causa dei concessionari balneari ma finora senza risultati. Ora la battaglia si sposta alla Camera: la discussione sul dl infrazioni dovrebbe cominciare la prossima settimana nelle Commissioni Giustizia e Finanze. L’esecutivo per ora ha fatto sapere di voler aprire ad una richiesta della Lega che riguarda le strutture amovibili di supporto alla balneazione (ad esempio, un manufatto in muratura adibito a chiosco-bar) che entro fine stagione vanno rimosse. “Una pagliuzza in un fienile”, allarga le braccia un esponente della maggioranza. (AGI)