Balene e tartarughe, studio mappa distribuzione Mar Mediterraneo


Non mancano le osservazioni nel Nord-Ovest del Mediterraneo, lungo le coste francesi e spagnole, ma sono numericamente meno rilevanti. (Dopo la stenella striata il tursiope è risultata il cetaceo più numeroso con ben 1100 su circa 4000 osservazioni di cetacei. L’altro gigante del Mediterraneo, il capodoglio (Physeter macrocephalus), è stato registrato molto meno frequentemente, con 95 su circa 4000 osservazioni. Questo dato va considerato con cautela vista la lunga durata delle immersioni del capodoglio, anche più di un’ora, che potrebbero renderlo meno “avvistabile” in superficie.
Un’altra buona notizia riguarda la presenza di tartarughe marine, che negli ultimi anni hanno conosciuto un incremento costante delle nidificazioni lungo le coste sabbiose italiane. Gli ultimi dati raccolti dal progetto LIFE Conceptu Maris, con più di 2000 segnalazioni in tre anni, stanno aiutando a completare il quadro delle conoscenze nelle aree di alto mare e a comprendere meglio la distribuzione e gli spostamenti delle tartarughe marine Caretta caretta nel Mediterraneo e come il riscaldamento delle acque superficiali li stia modificando. Le tartarughe verdi Chelonia mydas sono ancora molto rare nel Mediterraneo rispetto alle Caretta caretta, ma sembra che questa specie, che predilige acque più calde, stia lentamente aumentando. Molte delle tartarughe che entrano nel Mediterraneo dall’Atlantico si spostano da Ovest a Est, seguendo la corrente superficiale che scorre lungo la costa algerina. Giunte all’altezza della Sicilia, una parte di queste entra nel Mar Tirreno mentre le altre continuano il loro viaggio passando attraverso il Canale di Sicilia per raggiungere il Mar Ionio e l’Adriatico.
LIFE Conceptu Maris ha sviluppato un approccio innovativo, utilizzando i traghetti commerciali come vere e proprie navi da ricerca (compagnie Grimaldi Lines, Minoan Lines, Corsica & Sardinia Ferries, Tirrenia, Balearia, Grandi Navi Veloci), che prendono a bordo i ricercatori per le attività di monitoraggio nel Mediterraneo. In questo modo è possibile raccogliere moltissime informazioni. I monitoraggi condotti da LIFE Conceptu Maris hanno confermato che cetacei e tartarughe marine affrontano anche numerose minacce nel Mediterraneo, tra cui le collisioni con le navi, particolarmente pericolose lungo le rotte marittime trafficate come quelle del Santuario Pelagos. Un bilancio positivo per la balenottera comune, presente regolarmente nel Mediterraneo, e le tartarughe marine che negli ultimi anni hanno mostrato un incremento costante delle nidificazioni, ma pesca e traffico marittimo continuano a minacciarne la conservazione. Sono i risultati di oltre 6.000 osservazioni sui traghetti effettuate nell’ambito del terzo anno di attività del progetto Life Conceptu Maris, che hanno consentito di fare avvistamenti di cetacei (65%) e tartarughe (35%) in aree off-shore chiave nel Mediterraneo, dove è stato possibile monitorare anche specie rare come lo zifio (Ziphius cavirostris), il grampo (Grampus griseus), il globicefalo (Globicephala melas) e il delfino comune (Delphinus delphis). A questi dati di aggiungeranno a breve quelli relativi al DNA ambientale. I ricercatori degli undici enti coinvolti: Ispra – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale come coordinatore, con il supporto di Triton Research per le attività di management e comunicazione, Area Marina Protetta “Capo Carbonara”, CIMA Research Foundation, CMCC Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, ÉcoOcéan Institut – Francia, Stazione Zoologica Anton Dohrn, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Università degli Studi di Palermo, Università degli Studi di Torino, Universitat de València – Spagna stanno delineando un quadro sempre più chiaro della distribuzione delle diverse specie. In particolare per i cetacei, i dati raccolti da LIFE Conceptu Maris, integrati con quelli prodotti in passato, hanno evidenziato l’importanza di una decina di aree off-shore chiave nel Mediterraneo. Tra queste, in primo luogo il Santuario Pelagos, tra Corsica e Liguria, il Tirreno centrale, il Mediterraneo del Nord Ovest, di fronte alla costa francese, il Corridoio Spagnolo di Migrazione dei Cetacei, stretto tra le Isole Baleari e la costa spagnola, e il Mare di Alboran con lo Stretto di Gibilterra, compreso tra la Spagna e il Marocco, presentano le densità maggiori di animali. La presenza dei delfini, come il tursiope (Tursiops truncatus) e la stenella striata (Stenella coeruleoalba), è consolidata in tutto il Mediterraneo, con le due specie assieme che totalizzano circa la metà delle osservazioni dei cetacei. Il più raro delfino comune (Delphinus delphis) trova la sua roccaforte nel Mare di Alboran, nel Mediterraneo occidentale, lungo la costa spagnola (almeno nell’area di studio di Conceptu Maris), ma è presente anche in altri tratti di mare, seppur in numeri modesti (99 su circa 4000 osservazioni di cetacei). La balenottera comune (Balaenoptera physalus) è l’unica vera balena (cetaceo misticete) presente regolarmente nel Mediterraneo. È una specie altamente mobile, osservabile in molte zone, che mostra concentrazioni significative nel Santuario Pelagos che si conferma così come area chiave per questa specie e anche per tutti gli altri cetacei. AGI)