AGI – C’è un filo che lega la vela italiana all’Avvocato Giovanni Agnelli di cui, il 12 marzo ricorrono i 100 anni dalla nascita. In questi giorni in Italia torna a crescere un popolo di velisti e navigatori, appassionati dalle gesta di Luna Rossa all’America’s Cup.
L’epopea di Azzurra
Era già successo nel 1983 con le prodezze di “Azzurra” e la prima campagna italiana all’America’s Cup. Padre di quell’avventura fu proprio l’Avvocato che accettò dopo poco più di un’ora di colloquio la proposta di Cino Ricci.
Un colloquio raccontato nel libro “Odiavo i velisti” scritto nel 2014 dal giornalista de La Stampa Fabio Pozzo con lo stesso Ricci, edito da Longanesi. “Lascio l’anonimo palazzotto di Corso Marconi 10. Sono immerso nel buio invernale di Torino. E’ il 1981, febbraio. Mi chiamo Cino Ricci. Sono appena uscito dall’ufficio di un’icona, dell’uomo più potente d’Italia, del presidente della Fiat. Altro che palazzotto anonimo. Sale che hanno assitito a decisioni aziendali strategiche. Anche oggi in questi uffici è stata presa una decisione importante”.
Il ricordo di Cino Ricci
“Di ricordi dell’Avvocato Agnelli ne ho tanti ma forse quello che mi è rimasto di più – racconta all’AGI Cino Ricci – è proprio quando sono andato da lui e mi ha detto ‘sì lo facciamo’”. “Sono rimasto stupito – dice ancora – che lui mi abbia detto subito sì. In genere quando si va a parlare con uno per fargli spendere dei soldi ci si sente dire ‘adesso vediamo, vedremo, le farò sapere’ invece lui mi disse subito ‘sì, lo facciamo’. Sono state emozioni grandi, forse le più grandi di tutto quelle che è venuto dopo. Sono rimasto sbalordito che mi abbia detto sì subito, avrei potuto – scherza – vendere i tappeti. Convincere un uomo così non è mica da tutti”.
Un rapporto quello con Agnelli proseguito nel tempo: “Ci siamo visti un bel po’ di volte, anche dopo la Coppa America. Sono andato in barca con lui, sono andato a vedere le partite, sono andato in aereo, qua e là. Non era amicizia naturalmente – osserva – però lui era abbastanza ironico anche su sè stesso, insomma non c’era un gradino da salire per arrivarci. Io l’ho conosciuto così. Potevo dirgli delle cose”.
Parlando di quei giorni del 1983, Cino Ricci ricorda: “Qualche volta l’Avvocato Agnelli veniva a trovarci durante gli allenamenti, saliva in barca e stava un po’ con noi e poi andava via. Si buttava nell’acqua così, vestito come era. C’era sempre un motoscafo che stava vicino a noi quando lui era a bordo. Noi tornavamo alla sera perché ci si allenava invece dopo un po’ lui si stufava, si buttava in acqua, il motoscafo lo recuperava e andava via”.
“Non facciamo i cioccolatai”
Oltre a quel fatidico sì c’è una frase entrata nella storia di quell’incontro in Corso Marconi a Torino. Una frase che l’Avvocato disse a Cino Ricci: “‘Non facciamo i cioccolatai’ me lo disse quando ci siamo lasciati quel giorno. Mi disse “non mi faccia fare la figura dei cioccolatai. Non so a Torino come consideravano i cioccolatai, però mi disse così”.
Gianni Agnelli, appassionato velista, già negli anni ’60, accarezzava il sogno della Coppa America. Durante uno dei suoi viaggi in America era andato a seguirla come spettatore con la moglie, con Beppe Croce, presidente della Federazione Italiana Vela e l’ingegner Giulio Cesare Carcano in barca con il presidente Kennedy, che lo aveva poi presentato al New York Yacht Club.
Le semifinali del 1983
In quell’occasione però ad un interesse per una sfida italiana fu risposto ‘per gli affari può andare bene, per la vela non siete ancora pronti’. Poi ci fu Azzurra che nell’edizione del 1983 arrivò fino alle semifinali. “Secondo me – dice Fabio Pozzo – la vela italiana deve molto a Gianni Agnelli. Se non ci fosse stato lui, non ci sarebbe stata Azzurra. Senza il suo impegno la telefonata all’Aga Khan, agli imprenditori, a Montezemolo non ci sarebbe stato un seguito a quell’incontro con Cino Ricci. Questo filo azzurro che lega Luna Rossa ad Azzurra lo si deve proprio all’Avvocato Agnelli”.
Source: agi