Gli scienziati hanno studiato un sistema che interpreta le immagini della risonanza magnetica cerebrale
Una delle maggiori criticità legate attualmente all’autismo è la difficoltà della diagnosi precoce, che è complessa anche a causa della diversità dei sintomi nei bambini che ne sono affetti. Varia pure da caso a caso l’età dell’insorgenza della patologia. Si parla, infatti, di disturbi dello spettro autistico (ASD), che comprende un insieme diversificato di disturbi del neurosviluppo, con manifestazioni cliniche che possono cambiare nel tempo. In aggiunta, è comune che individui che rientrano nello spettro autistico abbiano anche condizioni di co-morbilità a livello neurologico, psichiatrico e medico, di cui si deve assolutamente tenere conto nella messa a punto degli interventi. I sintomi principali dell’autismo nei primi anni di vita includono la difficoltà nell’interagire socialmente e comunicare, la ripetizione di comportamenti e routine, l’interesse limitato per le attività di gioco e la sensibilità ai cambiamenti dell’ambiente. Altri segni possono includere il ritardo nello sviluppo del linguaggio e delle abilità motorie, la mancanza di contatto visivo e l’assenza di risposte a stimoli sensoriali.
Uno su 77
Secondo le ultime stime ufficiali diffuse tramite il Progetto Osservatorio per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Ministero della Salute, si calcola che, in Italia, un bambino su 77, nell’età compresa tra 7 e 9 anni, sia affetto da un disturbo dello spettro autistico, che riguarda i maschi 4,4 volte in più rispetto alle femmine.
Intelligenza artificiale
Per il trattamento dei pazienti che presentano il disturbo dello spettro autistico è fondamentale adottare un approccio multidisciplinare, oltre ad avvalersi dell’esperienza di professionisti altamente specializzati in tale ambito. In futuro, però, potrebbe essere sempre più utile e importante anche la tecnologia. L’intelligenza artificiale, per esempio, potrebbe servire per diagnosticare precocemente l’autismo in un bambino. O almeno, questo è lo scenario delineato da una ricerca presentata al Radiological Society of North America (RSNA) da Mohamed Khudri, dell’Università di Louisville, nel Kentucky.
Diagnosi precoce
Con l’aiuto di altri esperti e della tecnologia di nuova generazione, l’università americana ha sviluppato un originale sistema di intelligenza artificiale (AI). Grazie al metodo utilizzato, gli esperti sono riusciti a fare una diagnosi di autismo in bambini di età compresa tra i 24 e i 48 mesi con un tasso di precisione molto elevato, pari al 98,5%. La risonanza utilizzata nell’ambito dello studio citato si è avvalsa di un tensore di diffusione, uno strumento che permette di ottenere immagini tridimensionali basandosi sull’analisi del movimento delle molecole d’acqua presenti nei tessuti del cervello. È una tecnica che consente di vedere fino a che punto le diverse aree cerebrali siano connesse tra loro.
Connessioni improprie
Come ha dichiarato Gregory Barnes, co-autore dello studio, “l’autismo è principalmente una malattia delle connessioni improprie all’interno del cervello”. È per questo che spesso nei bambini affetti da autismo la comunicazione sociale risulta compromessa e i comportamenti tendono a essere ripetitivi. “Il nostro approccio è innovativo e permette di individuare precocemente il disturbo nell’infanzia”, hanno dichiarato i due ricercatori. “Crediamo che un intervento terapeutico prima dei tre anni possa portare a risultati migliori, compresa la possibilità per gli individui affetti da autismo di raggiungere una maggiore indipendenza ed essere dotati di un quoziente intellettivo più alto”.
Fonte: https://www.quotidiano.net/