Le difficoltà osservate per il complesso delle società non individuali non risparmiano nessun settore, ma la situazione più critica la vive il comparto dell’edilizia, settore in cui l’1,5% delle società operative sono state protestate nel primo trimestre dell’anno. Il fenomeno, per altro, risulta in crescita con tassi a due cifre rispetto allo stesso periodo del 2011 (+12,5%). Il terziario invece è il settore dove si conta il maggior numero di soggetti protestati: 11.500 aziende, pari allo 0,8% di tutte quelle operative, con un aumento del +8,3% sull’anno precedente. Gli andamenti territoriali hanno evidenziato una frattura tra nord, in cui la situazione è negativa ma abbastanza stabile (+0,9% nel nord ovest e -1,9% nel nord est), e il centro-sud, dove si osserva un ulteriore peggioramento. Nei primi tre mesi del 2012 i protesti sono infatti aumentati con tassi a due cifre sia nel mezzogiorno, +13,5%, sia nel centro, +10,6%. La diffusione del fenomeno ha raggiunto livelli particolarmente preoccupanti in Calabria dove l’1,9% delle imprese operative ha avuto almeno un titolo protestato nel primo trimestre del 2012 (l’1,4% del mezzogiorno). “Il peggioramento del fenomeno dei protesti nelle regioni meridionali è accompagnato da un ulteriore aumento dei tempi di liquidazione delle fatture – ha proseguito Matalucci – l’attesa per i pagamenti delle società meridionali è passata da 90,4 giorni dell’ultimo trimestre 2011 a 92,9 dei primi tre mesi 2012, con un’accresciuta diffusione dei ritardi gravi che vede il 10,5% delle stesse saldare le fatture con oltre due mesi di ritardo”.