Attivista arrestata in Iran durante il funerale di Armita Garavand


Anche il funerale della donna morta dopo essere stata presumibilmente aggredita per non aver indossato l’hijab nella metropolitana di Teheran si trasforma in una occasione per stroncare il dissenso nello Stato islamico

AGI – L’avvocatessa iraniana e difensore dei diritti umani Nasrin Sotudeh è stata arrestata per non essersi coperta i capelli con il velo durante il funerale di Armita Garavand, morta dopo essere stata presumibilmente aggredita per non aver indossato l’hijab nella metropolitana di Teheran. “Nasrin Sotudeh è stata arrestata con l’accusa di non essersi coperta con il velo e di attività contro la sicurezza mentale della società”, ha riferito l’agenzia di stampa Fars. Secondo i gruppi per i diritti umani, l’attivista è stata anche picchiata ieri dalle forze di sicurezza al funerale di Garavand, insieme ad altri partecipanti che hanno intonato slogan contro le autorità.

Sotudeh, 60 anni, da sempre attivista contro il velo e la pena di morte, ha descritto la morte di Garavand come “un altro omicidio di Stato”. L’avvocato aveva trascorso lunghi periodi dietro le sbarre per “propaganda contro il regime”, tra le altre accuse, per aver difeso le donne arrestate per aver tolto pubblicamente il velo e gli oppositori della Repubblica Islamica dell’Iran. Al funerale sono state arrestate anche altre persone, ma le loro identità e i loro numeri non sono stati resi noti.

Garavand è stata sepolta nel cimitero Behesht Zahra di Teheran in un contesto di stretta sicurezza, dopo che le autorità avevano rifiutato di permettere alla sua famiglia di seppellirla nella città di Kermanshah, di cui era originaria, per evitare disordini popolari. La giovane donna è morta sabato dopo aver trascorso 28 giorni in coma a seguito di una presunta aggressione da parte delle autorità per non aver indossato il velo islamico obbligatorio nella metropolitana di Teheran, secondo quanto denunciato da gruppi per i diritti umani.

Le autorità iraniane sostengono che Garavand ha subito un calo di pressione il 1 ottobre quando è entrata in una carrozza della metropolitana, è caduta a terra e ha battuto la testa, provocando un arresto cardiaco, una carenza di ossigeno e un edema al cervello. Il suo caso è simile a quello di Mahsa Amini, morta il 16 settembre 2022 dopo essere stata arrestata per non aver indossato correttamente il velo. La sua morte ha scatenato forti proteste che per mesi hanno chiesto la fine della Repubblica islamica e si sono placate solo dopo una repressione che ha causato 500 morti, l’arresto di almeno 22.000 persone e in cui sette manifestanti sono stati giustiziati, uno dei quali in pubblico.

FONTE: AGI