Assemblea contro le autonomie differenziate: “aprire un vero dibattito pubblico per informare gli italiani”


di redazione

Si è svolta domenica 31 ottobre a Roma, presso il centro culturale La Strada, l’Assemblea Nazionale dei Comitati per il ritiro di ogni Autonomia Differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti.
L’assemblea, oltre a ritornare sui pericoli dell’autonomia differenziata, sulla sua natura pericolosa e sovversiva dei principi costituzionali, ha discusso le iniziative concrete da assumere per impedire che il DDL venga inserito nella Legge di bilancio (cosa che, tra l’altro, preclude ai cittadini il ricorso al referendum abrogativo della legge) e in generale perché si apra finalmente nel Paese un vero dibattito pubblico che possa informare gli italiani su ciò che si sta preparando e che fermi qualunque deriva divisiva e antidemocratica.
“Ancora una volta – si legge nel comunicato stampa diffuso dagli organizzatori dell’assemblea – il governo ha inserito nella Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) un Ddl (disegno di legge) per l’attuazione dell’autonomia differenziata (AD), ma quest’anno si è andati oltre: nel primo testo, i cui contenuti sono stati diffusi il 29 settembre dal sito della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (regioni.it) e da molte altre testate giornalistiche, l’AD non era presente, per apparire (nottetempo?), come d’incanto, nel testo definitivo pubblicato nel sito del Mef (ministero dell’Economia e delle Finanze).
Il dibattito, molto partecipato, è stato introdotto do Marina Boscaino, Massimo Villone, Carlo Palermo, Andrea Del Monaco e Paolo Berdini.
I Comiati per il ritiro di ogni Autonomia Differenziata, hanno indirizzato in queste settimane una petizione popolare al Presidente del Consiglio regionale della Lombardia per chiedere la revoca degli atti e delle decisioni assunti dalla Regione nel 2018 e sospendere il processo di attuazione delle richieste da parte di Regione Lombardia al governo. Hanno anche rivolto una lettera aperta alle senatrici e d ai senatori della Repubblica per chiedere lo stralcio dell’autonomia differenziata dalla Nadef.
Le principali ragioni di merito avanzate dagli oppositori delle autonomie differenziate si possono così riassumere:
• l’ampliamento delle competenze da parte delle Regioni deve ora essere rivisto in una situazione profondamente mutata dopo la crisi economica esplosa dal 2008, la stagnazione successiva e l’esperienza ancora in atto della pandemia;
• attualmente l’autonomia differenziata regionale viene rivendicata come se la situazione della Lombardia e del Paese fosse la stessa del dicembre 2017 (referendum consultivo in Lombardia), in mancanza di informazione e discussione pubblica sui suoi contenuti e conseguenze;
• le richieste di ulteriori funzioni e competenze non risultano motivate da differenze regionali significative o specificità culturali, territoriali e linguistiche ma, negli atti e nelle dichiarazioni ufficiali, si afferma una presunta capacità del governo regionale di fare meglio e prima di quello nazionale, alimentando una conflittualità tra le istituzioni del tutto infondata e incapace di rispondere ai bisogni dei cittadini;
• perché l’attuazione del processo di autonomia differenziata potrebbe apportare ulteriori divari e disuguaglianze fra le Regioni e anche al loro interno, non riuscendo a garantire in prospettiva coesione e unità nazionale, come indicato all’art. 5 della Costituzione. Materie essenziali – quali salute, istruzione, ambiente e lavoro – rischiano infatti di essere sottratte alla potestà legislativa statale con prevalenza della sola legislazione regionale.