Arriva il testo unitario delle opposizioni. Soglia a 9 euro l’ora


 

Di Matteo Marcelli

 

La proposta di legge congiunta, firmata da Pd, M5s, Si, Azione, Europa verde e +Europa, è stata depositata oggi alla Camera. Iv si smarca

 

 

 

L’alleanza per il salario minimo compie il suo primo passo ufficiale e oggi, dopo la riunione della commissione Lavoro di Montecitorio, le opposizioni hanno depositato alla Camera l’atteso testo unitario della proposta di legge relativa. Una norma sottoscritta da Pd, M5s, Avs, Azione e +Europa, ma non da Iv di Matteo Renzi, che si è smarcato già lunedì sera annunciando la propria contrarietà. Una scelta criticata dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha parlato di «un’occasione mancata» per rappresentare «una posizione unitaria».

Il testo, tra le altre cose, prevede la soglia a 9 euro l’ora e l’applicazione a tutte le tipologie di lavoro (anche alle collaborazioni), oltre all’utilizzo come riferimento del salario minimo previsto dai contratti, rafforzando in questo modo l’azione sindacale.
«È una giornata molto importante. Da anni il M5s si batte per il salario minimo legale da 9 euro l’ora – ha scritto su Facebook il presidente pentastellato Giuseppe Conte –. Meloni, che pure guadagna 30 volte tanto, si era definita underdog, ossia svantaggiata. La smetta di dire no al salario minimo e non si dimentichi di coloro che svantaggiati lo sono davvero». «Non mi sorprendono affatto le reazioni negative di Meloni e dei suoi ministri sulla proposta delle opposizioni – ha invece commentato il segretario di Si, Nicola Fratoianni –. Sono il segno di cosa abbia in testa questa destra, attenta solo agli interessi delle imprese». Meno polemico e più collaborativo è apparso Matteo Richetti di Azione, che ha chiesto all’esecutivo di confrontarsi nel merito, perché «non si tratta di una battaglia di parte, ma di una norma di assoluto buonsenso, che risponde ai bisogni reali di oltre tre milioni di lavoratori poveri».
Sul fronte opposto è stato il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, a farsi interprete della posizione della maggioranza, nella convinzione che la strada intrapresa dal governo Meloni sia «quella giusta». «Non si tratta di lavorare sul salario – ha aggiunto – ma di aumentare gli stipendi e questo l’abbiamo fatto riducendo il cuneo fiscale e l’Irap».

Tra i sindacati va registrata la soddisfazione del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha chiesto però anche «una legge sulla rappresentanza che cancelli i contratti pirata». Sullo stessa lunghezza d’onda le dichiarazioni del “collega” della Uil, Paolo Bombardieri. Diversa invece l’opinione del leader della Cisl, Luigi Sbarra, convinto che «l’indicazione di una soglia, di un compenso minimo per legge» esponga «a diversi rischi» come «la fuga dall’applicazione dei contratti in molte aziende, uno schiacciamento verso il basso della dinamica retributiva dei salari medi e soprattutto un espandersi del lavoro nero e del sommerso»

Stuzzicato dai cronisti, è intervenuto sul tema anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ha liquidato la questione rivendicando l’applicazione da parte degli industriali di contratti decisamente superiori alla cifra indicata nella Pdl: «È una direttiva europea introdotta per una serie di motivi come il dumping salariale. Si parla di 9 euro lordi, non è un tema che riguarda Confindustria. I nostri contratti – ha aggiunto – sono sopra quella cifra».

 

Fonte: avvenire.it