AGI – E’ stato arrestato nella periferia di Parigi, Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas, la 18enne pachistana scomparsa da Novellara, nel Reggiano, da fine aprile scorso dopo essersi opposta ad un matrimonio combinato in patria. L’uomo è tra gli indagati per omicidio insieme ad altri parenti della giovane, tra cui i genitori e due cugini.
La notizia dell’arresto è stata diffusa durante una conferenza stampa presso il comando provinciale dei carabinieri a Reggio Emilia. Tra gli elementi che hanno incastrato Danish Hasnain e ne hanno permesso l’identificazione certa è stato un neo sul volto. E’ stato bloccato in esecuzione di un mandato di arresto europeo nella periferia nord est di Parigi.
“Siamo molto soddisfatti”: ha detto il procuratore capo reggente di Reggio Emilia, Isabella Chiesi nel corso di una conferenza stampa. “Dagli accertamenti che abbiamo fatto ritengo che fosse sicuramente la mente di questo progetto criminoso pazzesco”.
L’arresto di Hasnain, ritenuto l’autore materiale dell’omicidio della ragazza “è fondamentale perché ci consente di poter avere una versione dei fatti e delle eventuali indicazioni in merito a dove si trova il corpo di Saman. E avendo già un altro indagato in carcere”, uno dei due cugini indagati della 18enne “potremmo anche mettere a confronto le versioni dei fatti che volessero rendere”, ha concluso il pm.
Nell’appartamento della periferia di Parigi dove questa mattina è stato arrestato dalla polizia francese, Danish Hasnain, zio di Saman, “c’erano anche altre persone verosimilmente dei connazionali, quindi aveva anche una capacità di copertura importante in quella città”. Un elemento che “ha reso difficile il suo rintraccio”: lo ha spiegato il colonnello Andrea Milani, comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia.
“Al momento non risulta che abbia posto resistenza” all’arresto. L’uomo “è uno degli elementi centrali dell’inchiesta in quanto – ha spiegato Milani – è ritenuto promotore e autore di questo delitto. Non è stato semplice arrivare a lui. Ha già dimostrato, al momento dell’arresto dell’altro cugino, di sapersi sottrarre ai controlli di polizia”.
Individuato a Parigi col monitoraggio dei social
Prima il monitoraggio dei social da parte dei carabinieri di Reggio Emilia che ha portato il centro delle ricerche a Parigi e poi i pedinamenti della polizia francese fino alla cattura, questa mattina, in un appartamento nella periferia della Capitale della Francia: è stato un lavoro di squadra. Gli inquirenti ritengono che la giovane sia stata prima uccisa e poi sotterrata ma il corpo non è stato ancora ritrovato.
L’uomo al momento dell’arresto ha fornito false generalità e non aveva documenti. E’ stato identificato, in un primo momento, grazie ad elementi fisici – come un neo sul viso – e poi la conferma si è avuta con la comparazione delle impronte digitali.
L’arresto mette un punto fermo nell’indagine sulla scomparsa di Saman. Più volte si è sembrati vicini a una soluzione, quantomeno con il ritrovamento del corpo a lungo cercato nelle campagna dell’Emiliano, e altrettanti sono stati gli ‘stop’ all’indagine che però non si è mai fermata in ambito italiano, europeo e internazionale.
Le ricerche della vittima sono state sospese lo scorso 12 luglio, dopo 67 giorni col fiato sospeso, a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nell’area rurale dove si presume possa essere stato sepolto il corpo.
Vane fino ad ora le ricerche del corpo della ragazza
Si e’ scavato in vari punti del terreno, cercato in serre, pozzi e porcilaie, anche con l’aiuto dei cani piu’ addestrati messi a disposizione dalla polizia tedesca del land della Baviera: sono state usate tutte le ultime tecnologie, compresi due archeologi volontari.
Ora invece le indagini dei militari dell’Arma sono diventate più ‘tecniche’ mentre si attendono risposte delle autorita’ del Pakistan dopo la richiesta di estradizione inoltrata per poter consegnare alla giustizia italiana i familiari ancora latitanti.
Il ministero della Giustizia ha disposto l’inserimento dei nomi del padre e della madre di Saman nella banca dati Interpol, cosa che equivale a una richiesta di arresto, ovunque siano. Una volta che i due saranno localizzati o arrestati dalle autorita’ di polizia locali, il ministero inoltrera’ la domanda di estradizione.
Testimone coraggioso contro la famiglia, il fratello 16enne di Saman, che ha confermato la sua testimonianza anche nel corso dell’incidente probatorio del 18 giugno scorso. Il minore ha confermato davanti al gip quanto aveva gia’ riferito agli inquirenti in precedenza: ovvero che a uccidere la sorella sarebbe stato lo zio Danish Hasnain.
Il fratello della ragazza scomparsa e’ stato affidato a una struttura protetta per il pericolo di ritorsioni. Recentemente, la Regione Emilia Romagna, tramite la Fondazione Vittime dei Reati, ha deciso di sostenerlo economicamente visto il difficile futuro che dovra’ affrontare senza l’appoggio dei familiari. “Un ragazzo – ha sottolineato la Regione – che ha reso una testimonianza fondamentale per le indagini, ribellandosi all’omerta’ familiare”.
L’audizione, resa davanti al gip, e’ stata finalizzata a cristallizzare le dichiarazioni del minore considerato un testimone ‘chiave’ e affidabile dalla Procura. Estradato il 9 giugno scorso dalla Francia dove e’ stato arrestato, il cugino invece di Saman Abbaas, Ikram Ijaz, gia’ interrogato due volte dagli inquirenti: nell’interrogatorio di garanzia, davanti al gip Luca Ramponi, presente anche un interprete di lingua ‘punjabi’- si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. Ha rilasciato solo dichiarazioni spontanee negando il suo coinvolgimento nella scomparsa della ragazza e dicendosi pronto a chiarire i fatti, e a fornire indicazioni sui suoi propri spostamenti.
Nei giorni precedenti l’interrogatorio era emerso un filmato che mostrava il giovane assieme ad altri parenti mentre si dirigeva con una pala verso i campi dove – sospettano gli inquirenti – potrebbe essere nascosto il cadavere di Saman. A non voler credere alla morte della giovane, resta solo il fidanzato: “Ho ancora la speranza che Saman sia viva”, ha detto prima di essere sentito come teste in tribunale il 23 luglio scorso.
Source: agi