Decine di reperti archeologici sono stati recuperati al largo dello specchio di mare di fronte a Grado dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine assieme ai militari del Nucleo Subacquei Carabinieri di Genova, con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia di Trieste e del Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale dell’Università di Udine.
Nel corso dell’attività, è stata monitorata un’imbarcazione risalente al III secolo a.C. rinvenuta alcuni anni or sono a circa 7 miglia al largo di Grado, a 19 metri di profondità, sulla quale a partire dal 2012 è stato applicato un sistema metallico modulare per consentire la valorizzazione in situ di questo bene sommerso e al contempo impedire la sottrazione di manufatti da parte di malintenzionati. Inoltre, di fronte all’isola gradese di Pampagnola, in laguna, proprio in corrispondenza del luogo dove, un anno fa, vennero scoperti per la prima volta i resti di una imbarcazione di epoca romana, a pochi metri dalla spiaggia “Costa Azzurra”, dove sono stati recuperati complessivamente 53 reperti archeologici, tra cui anfore che erano diffuse a partire dal V – VI sec. d.C.
Rilevante anche il ritrovamento di due colli di anfore vinarie molto più antiche: una denominata Dressel 6, e l’altra, una Dressel 2-4 di Kos, in quanto le prime produzioni sono attestate sull’isola di Kos tra il I sec. a.C. ed il I sec. d.C.. I manufatti ritrovati hanno portato il prof. Massimo Capulli del Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale dell’Università di Udine ad avanzare un’ipotesi preliminare secondo la quale, al largo delle coste di Grado vi possano essere due relitti con la possibilità di ricondurre i reperti recuperati a due distinti orizzonti cronologici tra loro omogenei e con uno iato di circa tre secoli.
Questi recenti ritrovamenti a Grado, la porta sul mare dell’antica Aquileia, sono inoltre considerati il segno dell’intensità degli scambi commerciali della città romana con il bacino del mediterraneo e che oggi, si può dire, rappresenta una delle aree archeologiche più importanti del mondo antico. (AGI)
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