È approdato persino sulla Bbc il mistero del dodecaedro dell’Antica Roma ritrovato da un gruppo di archeologi dilettanti inglesi ed esposto dal 4 maggio al Lincoln Museum, nell’omonima città dell’Inghilterra orientale. Il ritrovamento ha riacceso il dibattito sulla funzione di questi piccoli oggetti che sono considerati un grande enigma dell’archeologia, con le loro 12 facce piatte pentagonali, ognuna recante un foro circolare nel mezzo. Tra le tante ipotesi circolate ci sono quelle che servissero per riti religiosi mentre appare improbabile un uso per misurazioni o che fossero semplici dadi, visto che hanno misure diverse e sono troppo rifiniti per essere puramente destinati al gioco.
I dodecaedri romani vengono datati dal II al IV secolo d.C., ma secondo alcuni studiosi potrebbero essere persino appartenuti a culture antecedenti ai Romani. L’ipotesi dello studioso Jonathan Foyle, citato dalla Bbc, è che fossero in realtà opera dei Celti, come dimostrerebbe il fatto che non vi sano riferimenti a questi oggetti nei testi romani e che nessuno sia stato ritrovato nell’area del Mediterraneo.
Lo scavo del Norton Disney History and Archaeology Group, nel paese di cui era originaria la famiglia di Walt Disney, ha portato alla luce un anno fa l’ultimo dei 33 dodecaedri finora ritrovati della Britannia romana (in totale sono 130 nel mondo). In lega di rame, stagno e piombo e datato intorno al IV secolo dopo Cristo, è il primo rinvenuto nelle Midlands e con i suoi 8 centimetri di diametro è tra i più grandi oltre che meglio conservati.
Sul sito della Bbc è stato lanciato persino un concorso per ipotizzare la funzione del dodecaedro, con risposte fantasiose che spaziano dall’astrologia alla misurazione degli spaghetti, peraltro sconosciuti agli Antichi Romani. (AGI)