Arancione o rosso? Il dubbio del governo sulle misure di Natale


AGI – Spaccato il Comitato tecnico scientifico, spaccato il governo. Si va verso un inasprimento delle misure a Natale in tutta l’Italia, perlomeno questo è l’orientamento dell’ala rigorista dell’esecutivo, ma su come si procederà con la stretta ci sono resistenze dentro e fuori l’esecutivo.

Il Cts ha fornito le indicazioni sulla necessità di andare verso questa direzione ma nel verbale – non firmato da tre direttori generali del ministero della Salute Iachino, Urbani e Rezza – non si fa alcun riferimento alle misure da introdurre. Per gli scienziati ogni decisione spetta alla politica.

Lo stesso presidente del Consiglio Conte avrebbe sottolineato in più di una riunione i dubbi sul costringere gli italiani di fatto a restare a casa nelle festività. “Abbiamo già predisposto un piano per le festività natalizie. Forse qualche ritocchino ci sarà – ha spiegato il presidente del Consiglio -. Alla luce dei suggerimenti del Comitato tecnico scientifico qualche misura ulteriore la introdurremo. Ci stiamo riflettendo”.

“Gli italiani non ce la fanno più. Va bene inasprire le norme ma non possiamo impedirgli di uscire”, la tesi di chi frena sul ‘modello Merkel’. Ed è tornato sul tavolo il tema della scuola. È già braccio di ferro tra chi ritiene – anche nel governo – sbagliato far coincidere l’apertura degli edifici scolastici con la campagna di vaccinazione e chi, invece, non vuole sentir parlare di alcun rinvio.

“Se l’Rt non scende sotto una certa quota le scuole non riapriranno”, sottolinea una fonte di governo ma M5s e Iv sono già sulle barricate. I ministri Franceschini, Boccia e Speranza insistono sulla necessità di fare di tutto per evitare la terza ondata.

Una decisione in merito alla stretta di Natale non arriverà prima di giovedì mattina, se non addirittura nel weekend. Con un nuovo Dpcm. Prima ci sarà un confronto con i governatori (per chiudere il piano vaccini), poi è probabile che si tenga una conferenza Stato-regioni.

Le regioni più ‘attenzionate’ sono Veneto, Puglia e Sardegna. Dove l’Rt è ancora alto. L’obiettivo è arrivare a 6-7mila casi al giorno, anche per permettere il tracciamento. “Se non si raffredda la curva rischiamo di ritrovarci a gennaio con una situazione incontrollabile”, il ragionamento dei ‘rigoristi’.

Il Movimento 5 stelle è sulla linea del premier, Italia viva ancora più netta nell’impedire ogni tipo di ‘lockdown‘. E salvaguardare negozi e ristoranti. L’ipotesi dell”arancione rinforzato’, ovvero di chiudere anche i negozi ma solo nei giorni festivi, e’ in calo. “Dobbiamo essere chiari con gli italiani. Non possiamo confonderli”, spiega una fonte di governo.

“Dal 23-24-25 in poi le valutazioni che faremo porteranno l’Italia a essere di un colore unico, più intenso è il colore e più restrizioni ci sono”, taglia corto il ministro Boccia. Niente cenone di Natale, niente assembramenti, “ci aspettano tre mesi difficilissimi”, l’alert del responsabile per gli Affari regionali. 

“La decisione che si aspetta in questo momento riguarda tre giorni, 25, 26 e 1. Ritengo che dalle giornate prefestive in poi, fino al 6-7 gennaio, è più utile per tutti chiudere il più possibile”. “Bisogna avere una posizione e mantenerla, non cambiarla ogni tre giorni dicendo ‘Chiusura!’, poi ‘No, ci si potrà muovere fra comuni!’ ed infine “No, zona rossa in tutta Italia!'”, punge Renzi. 

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Fonte: politica agi