Abi, Ania, Confcommercio, Confcooperative, Confindustria e Legacoop hanno sottoscritto una lettera congiunta indirizzata alle Commissioni Ambiente e Lavoro di Camera e Senato, per proporre quattro criteri condivisi da applicare al D.Lgs correttivo del “Codice degli appalti pubblici”, volti ad individuare in maniera adeguata ed oggettiva le associazioni datoriali più rappresentative. Secondo le realtà firmatarie, andrebbero tenuti in considerazione i seguenti aspetti: la “seniority” dell’associazione, sia in termini di presenza storica nel panorama delle relazioni industriali che in tema di contrattazione collettiva riconosciuta anche dalle Istituzioni; il numero dei rapporti di lavoro regolati, nell’ambito di ciascun settore produttivo o per forma di impresa, da un determinato Ccnl di categoria. Questo dato risulta particolarmente importante ai fini della rappresentatività, in quanto non è fondato soltanto sull’eventuale vincolo associativo dell’impresa; l’appartenenza/partecipazione dell’associazione ad organismi di rappresentanza europea e/o internazionali. Un aspetto che qualifica l’associazione poiché l’ordinamento lavoristico trova nella disciplina eurounitaria gran parte delle sue fonti; la presenza congiunta, negli accordi/contratti sottoscritti dalle associazioni datoriali, di forme di previdenza complementare, di assistenza sanitaria integrativa e di fondi di formazione professionale che danno luogo ad uno strutturato sistema di welfare contrattuale, con una rete di protezione del lavoratore che va oltre il mero aspetto retributivo.
Le proposte di intervento al decreto correttivo hanno l’obiettivo di “individuare la contrattazione collettiva di qualità, che può essere assunta come riferimento negli specifici contesti produttivi in quanto disciplina, per forma di impresa – oltre al tradizionale aspetto retributivo – anche un più completo ambito di tematiche come la tutela della salute, la formazione e la previdenza”, si legge in uno dei passaggi della lettera. (AGI)
RED/GIN