Ansia, depressione, stress: l'effetto-covid sugli adolescenti


AGI  – Ansia, depressione, stress. Sono gli adolescenti la categoria più a rischio per le restrizioni imposte dal covid. A lanciare l’allarme sono gli psicologi della Fondazione Soleterre che lavora da oltre 18 anni in 10 reparti pediatrici – in particolare nelle onco-ematologie pediatriche – in Italia, Ucraina, Uganda, Marocco, Costa d’Avorio e Burkina Faso. 

“I dati in letteratura e i recenti episodi di cronaca nazionale – spiegano – evidenziano una complessa situazione di fragilità emotiva e sociale che gli adolescenti stanno vivendo”. Soleterre ha già dato vita a partire da settembre, a 250 sessioni psicologiche di gruppo in aiuto a 1.400 studenti, 168 genitori e 288 docenti.

Ora ha deciso di integrare nel proprio servizio di supporto psicologico anche sessioni individuali gratuite rivolte a tutti gli adolescenti grazie a un team di psicologi e psicoterapeuti esperti nel lavoro con i bambini, i preadolescenti e gli adolescenti.

La Fondazione  quindi tutti i genitori, i dirigenti scolastici, gli insegnanti, i media perchè invitino adolescenti e famiglie a rivolgersi a professionisti della salute mentale per intervenire per tempo su fragilità e disturbi “che se correttamente affrontati possono prevenire esiti ben peggiori”.

Il team di psicologi di Soleterre è pronto a offrire assistenza psicologica gratuita ai minori: è possibile chiamare il numero +39 335 7711 805 dalle 9.00 alle 18.00 per fissare l’appuntamento con uno psicologo in presenza (sul territorio di residenza) oppure on-line. Attraverso la creazione di una Rete Nazionale per il Supporto Psicologico Covid-19, Fondazione Soleterre è presente in 14 regioni con 72 psicologi e psicoterapeuti pronti ad attivarsi immediatamente dopo la chiamata.

I giovani sono i grandi dimenticati della pandemia

“L’attuale emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 impone a tutti noi le più restrittive misure alle interazioni interpersonali. Questo blocco rigoroso e duraturo di isolamento sociale – spiegano gli esperti della Fondazione – si traduce in un aumento del livello di solitudine percepita che colpisce i giovani con più elevati livelli di stress poiché hanno dovuto abbandonare la loro vita quotidiana, a causa della chiusura di scuole e università, in una delle fasi di vita in cui il compito evolutivo di mostrare la propria dimensione pubblica è stato fortemente ridimensionato.

Allo stato attuale la mancanza di progetti di supporto psicologico per tali target di popolazione è un atto di grave trascuratezza istituzionale. I giovani, specie adolescenti, si confermano come i grandi dimenticati della pandemia”.

E citano l’esempio di Marco, un ragazzo di 16 anni che dall’inizio della pandemia non è più uscito di casa. Ha smesso di giocare a calcio e di frequentare gli amici. Da una settimana ha anche abbandonato la scuola. I genitori si sono rivolti a Fondazione Soleterre perché spaventati.

“Questa storia è simile alle tante che stiamo raccogliendo – racconta Damiano Rizzi, Presidente di Fondazione Soleterre e Psicologo Clinico presso Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia – e raccontano di una solitudine, ovvero il dolore mentale di sentirsi soli, che diventa una condizione psicologica caratterizzata da un profondo senso di vuoto e inutilità, che se non curata può portare a più gravi problemi di salute fisica e mentale come Internet dipendenza, ideazione suicidaria e uso di sostanze.

Uno studio realizzato da La Sapienza Università di Roma – Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica diretto dalla prof. Patrizia Velotti con la collaborazione di Fondazione Soleterre, pubblicato in questi giorni in Frontiers in Psychiatry, ha mostrato che la solitudine sembra anche collegata a sintomi di interiorizzazione come depressione, ansia generalizzata e ansia sociale”. 

Vedi: Ansia, depressione, stress: l'effetto-covid sugli adolescenti
Fonte: cronaca agi