Anche la politica si interroga sulla debacle azzurra


AGI – Lo stupore e la delusione per la clamorosa debacle della Nazionale di calcio, eliminata per la seconda volta consecutiva dai mondiali di calcio, tiene banco anche tra i politici. Alcuni dei parlamentari più esperti di calcio, oltre che manifestare la propria incredulità, hanno provato a dare una spiegazione razionale di quanto accaduto e fornito il proprio punto di vista su quale debba essere il modo di ripartire per un movimento che, fatta eccezione per la fantastica impresa agli Europei di un anno fa, a livello mondiale non raccoglie risultati dalla vittoria di Berlino del 2006. “Sono profondamente demoralizzato – ammette il senatore Maurizio Gasparri – mi ricordo da bambino l’eliminazione con la Corea del Nord ma questa è peggio perchè la Macedonia è ancora più debole della Corea. Del 1966.

E poi c’è una generazione di calciatori e di giovani tifosi che non ha ancora visto il mondiale con l’Italia, oltre al fatto che la mancata qualificazione avrà una ricaduta economica negativa. Penso alla Rai, ai mancati ricavi pubblicitari, e alla tristezza di un album Panini senza figurine dell’Italia. è un momento di riflessione per tutti – aggiunge Gasparri – siamo in difficoltà nelle coppe, eppure abbiamo vinto gli Europei pochi mesi fa. La morale è che il calcio riserva gioie e amarezze in poco tempo con gli stessi protagonisti, come la politica. Se ne prende atto e si ricomincia. Io mi sento ancora disorientato, poi si faranno le valutazioni. Per il momento vorrei rivedere la partita e sperare ancora nel gol dell’Italia”.

Sull’altro fronte politico, tra i più delusi c’è il deputato del Pd Andrea Rossi, che non lesina una certa preparazione tecnica: “Ho visto una squadra che sconta una carenza atavica di centrocampo. E poi nelle ultime cinque partite abbiamo fatto due gol, abbiamo insistito su calciatori che non hanno capacità di affondare. Penso che agli ultimi Europei è scattata un’alchimia di gruppo e la fortuna ci ha anche assistito, perchè secondo nemmeno al tempo eravamo i migliori. Quell’Europeo – ha concluso Rossi – ha mascherato i grandi limiti del calcio italiano da anni a questa parte e la sua incapacità di riformarsi.

Anche per il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Luca Ciriani, c’è bisogno di un intervento importante sull’organizzazione del calcio nel nostro paese: “Sono molto deluso, perchè siamo passati dal paradiso all’inferno in pochi mesi. Non me la sento di gettare la croce addosso a Mancini, che ha ottenuto forse di più di quello che meritava la squadra, ma quello che vedo è che il campionato italiano non produce niente di meglio di quello che ultimamente ha fatto vedere la Nazionale. La qualità è questa, e ora che il momento magico è finito e che la fortuna ci ha girato le spalle servirebbe un’attenzione maggiore ai settori giovanili, che ora sono abbandonati a sè stessi, visto che si preferisce acquistare giocatori stranieri a prezzi stracciati per poi rivenderli. E forse servirebbe anche un tetto ai giocatori stranieri nel campionato italiano.

Parla infine l’ex-ministro dem e storico presidente dello Juve club di Montecitorio, Francesco Boccia: “Io non ho ancora elaborato il lutto. Chi ama il calcio scandisce il tempo di mondiale e in mondiale e ho realizzato che l’ultimo mondiale con l’Italia l’ho visto a 46 anni e il prossimo, se va bene, lo vedro’ a 58 anni. Io francamente – prosegue – mi auguro che Mancini resti, perchè lui e Gravina ci hanno regalato l’Europeo e un’Italia ricostruita, ma credo che occorre prendere atto che la qualità del calcio italiano ora non è tra le migliori al mondo. C’è da valorizzare i giovani, ed è inutile che le squadre più blasonate si lamentino della situazione contabile se poi ignorano il settore giovanile. In questi ultimi anni il vivaio per la Nazionale lo hanno fatto il Sassuolo e l’Atalanta e la verità è che si fatica a trovare ragazzi italiani bravi che giocano nelle grandi squadre. Cosi’ diventa complicato trovare i campioni. Detto questo – conclude – non si puo’ buttare via tutto, anche se l’amarezza è tanta”. 

Source: agi