AGI – Inizia il discorso ammettendo la grande emozione, ringraziando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la grande responsabilità. Conclude con un sorriso ampio che la mascherina non riesce a nascondere, “mi dite voi quando posso sedermi?”. L’esordio di Mario Draghi in Parlamento è nel solco dello “spirito repubblicano”, nella necessità di “un’unità nazionale” che “è un dovere”.
I senatori, tutti tirati a lucido, ascoltano in silenzio, con il timore di quel commissariamento che il premier nega di voler attuare, “questo governo non è il fallimento della politica. Questo è il terzo governo della legislatura. Non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo Parlamento”, si tratta di “un inconsueto perimetro” che “non dovrà mostrare pregiudizi e rivalità”. “Siamo cittadini italiani”, premette Draghi sottolineando che i risultati non dipenderanno dalla durata dell’esecutivo ma “dalla qualità delle decisioni”.
Un governo per la ricostruzione, dopo la guerra, per portare il Paese fuori dalla pandemia. Il premier parla di fratellanza nazionale, di riscatto civile e morale, della necessità di promuovere il capitale umano, di un governo che dia risposte concrete e urgenti soprattutto per i giovani e per arrivare ad una effettiva parità di genere, senza che ci sia “un farisiaco rispetto delle quote rosa” ma piuttosto “un riequilibrio del gap salariale”.
Giorgetti al suo fianco annuisce, Patuanelli alla sua sinistra rimane impassibile, i ministri politici al suo fianco, piu’ in giù i tecnici. Il premier parla di irreversibilità dell’euro, “siamo ancora più italiani con una maggiore appartenenza all’Unione europea. Senza l’Italia non c’è Europa, “non c’è sovranità nella solitudine”, spiega il premier. “L’Italia – ha affermato – è una grande potenza economica e culturale, dobbiamo essere più orgogliosi”.
I primi applausi sono timidi ma poi arrivano più numerosi. La titubanza quando accenna ai dati delle terapie intensive (“Ma informeremo i cittadini prima di prendere le decisioni”), nessuna indecisione quando cita i dati dell’occupazione: “È calata di 2 anni l’aspettativa di vita. I nuovi poveri nel 2020 sono passati da 31 a 45%. La disoccupazione finora è stata selettiva su autonomi, giovani, donne”.
“Il nostro impegno è per il rientro alla normalità dalla crisi economica”, la promessa ma non si possono proteggere tutte le attività economiche, occorrerà scegliere, puntando sui nuovi lavori. Draghi riconosce il lavoro di Conte, cita Cavour e poi Papa Francesco e insiste sul dovere di “lasciare un buon pianeta, non solo buona moneta. Ogni spreco oggi è un torto alle future generazioni”.
Poi il focus sul ‘Recovery plan’ che necessita di una strategia trasversale. Rimarca l’importanza degli investimenti privati, sottolinea che bisognerà portare avanti anche le riforme che finora sono state “parziali” e qualche volta “senza visione”. “Occorre tempo ma soprattutto competenza”, rilancia. Una delle priorità del presidente del Consiglio è la riforma del fisco che deve essere progressiva (e contenere uina revisione dell’Irpef) affidata ad esperti, rappresenta “il passaggio decisivo”, “è l’architrave della politica di bilancio”.
Il solco è quello della Ue e dell’atlantismo, del dialogo con la Russia ma con la preoccupazione per chi viola i diritti dei cittadini. Draghi parla anche di politica di rimpatri e del Recovery plan, la cui governance sarà incardinata al Mef. Cita la lotta all’evasione, l’importanza di una riforma della pubblica amministrazione e della giustizia civile per aumentarne l’efficienza.
Per concludere con la missione principale: ” La lotta alla pandemia è una “trincea dove combattiamo tutti insieme, il virus è nemico di tutti”. “Usciremo dalla pandemia”, il convincimento. E fa capire che non è il tempo delle ‘primule’. Insiste sulla sanità territoriale. “L’Italia guiderà il gruppo del G7 all’uscita dalla pandemia e per un pianeta verde”. Con lo spirito che deve accomunare il Parlamento: “L’amore per l’Italia”.
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Fonte: politica agi