Ambiente: biodiversità aumenta disponibilità nutrienti

Milano, 18 nov. (askanews) - Nei primi otto mesi del 2023 l'enoturismo a Montalcino (Siena) ha fatto registrare oltre 150mila presenze, in crescita del 2% sul pari periodo già da record del 2022, grazie a uno sprint estivo che vale quasi l'80% dei flussi. Con quasi 60mila arrivi, il borgo toscano si conferma destinazione enoica sempre più cosmopolita con un incremento dei turisti stranieri che segna un +10%, mentre calano del 13% gli italiani, riassestandosi sui valori precovid. Lo rileva, in occasione della seconda giornata della 32esima edizione di "Benvenuto Brunello", il Consorzio del vino Brunello di Montalcino che ha elaborato i dati provvisori dell'ufficio regionale di statistica della Toscana sul periodo gennaio-agosto. "Il quadro delle presenze suddivise per macroaree vede in testa gli enoappassionati europei che, con più di 55mila presenze (anche se -5% rispetto al pari periodo 2022), rappresentano oltre un terzo delle provenienze totali" osserva il Consorzio, spiegando che "seguono gli arrivi dalle Americhe con oltre 42mila presenze e un balzo di quasi il 20% sullo scorso anno mentre, a poca distanza, gli enoturisti del Belpaese". "In positivo poi i trend degli arrivi dalle altre macroaree globali con l’exploit in particolare dell'Asia (+45%) e dell'Oceania (+145%)" una fotografia, quella rilevata dall'elaborazione del Consorzio, che riflette l'aumento dei soggiorni in strutture extralberghiere (+7%), a partire da agriturismi, relais in cantina e b&b. In decrescita invece le presenze in hotel (-5,5%), da addurre esclusivamente al calo degli italiani solo in parte compensato dall'incremento straniero (+8%). "I risultati di questi primi 8 mesi da un lato sono migliori dell'anno record 2022 e segnano un tendenziale +17% sul triennio del precovid, dall'altro configurano Montalcino come destinazione sempre più amata dai winelover d’oltreoceano" ha dichiarato il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, parlando di "un target alto spendente composto principalmente da statunitensi, brasiliani e canadesi il cui vino rappresenta la principale motivazione del viaggio a Montalcino ma dove sanno di trovare anche altre caratteristiche identitarie che le imprese del vino hanno contribuito a preservare: qualità della vita, biodiversità, un borgo medievale e il paesaggio Unesco della Val d’Orcia". In termini di incidenza, si consolida il ripristino degli assetti pre-pandemici con gli arrivi dall'estero che rappresentano ampiamente i due terzi del totale. In particolare, le Americhe (habituè storiche di Montalcino) raggiungono una quota di incidenza superiore al 28%, mentre l'Europa si avvicina al 40%. Poco sotto il 28% la quota dei turisti italiani.


Insetti e ragni sono elementi importanti nelle reti alimentari degli ecosistemi acquatici e terrestri. Con il declino della loro biodiversità, la fornitura di cibo per uccelli, pesci, rettili, anfibi e piccoli mammiferi non solo sta diventando più scarsa, ma anche più povera di acidi grassi importanti, come ha recentemente dimostrato un team di ricerca internazionale guidato dallo Swiss Federal Research Institute for Forest, Snow, and Landscape Research WSL, i cui risultati sono stati pubblicati su Science. Gli animali non solo hanno bisogno di calorie sufficienti per funzionare, ma anche di nutrienti essenziali, tra cui acidi grassi polinsaturi (PUFA) omega-3 e omega-6. Insetti e aracnidi sono una fonte importante di questi acidi grassi essenziali per uccelli, ricci, lucertole e simili. Tuttavia, il contenuto dipende dai tipi specifici di insetti e ragni consumati. Gli insetti acquatici, come i tricotteri o le libellule, contengono significativamente più PUFA a catena lunga (LC) omega-3 rispetto agli insetti terrestri perché le alghe ricche di omega-3-LC-PUFA costituiscono la base della catena alimentare negli ecosistemi acquatici. I ricercatori hanno utilizzato un set di dati con oltre mezzo milione di osservazioni di circa 7600 specie di insetti e ragni in Svizzera. I circa 400 ecosistemi acquatici e 300 ecosistemi terrestri nello studio variano nell’uso del suolo: alcuni in habitat naturali come ampi prati o foreste, altri in aree agricole o nel mezzo di una città. Per ciascuno di questi ecosistemi, i ricercatori hanno calcolato la biomassa e la biodiversità di insetti e aracnidi e le quantità di diversi PUFA chiave che forniscono in totale. L’analisi dei dati ha rivelato che in tutte le comunità studiate, una diminuzione della biodiversità di insetti e ragni è stata accompagnata da un calo della biomassa e del contenuto di acidi grassi chiave. Anche quando la biodiversità è la stessa, le comunità di insetti e ragni in un parco cittadino in genere forniscono meno LC-PUFA omega-3 rispetto a quelle in un’area boschiva. (AGI)