Amazzonia: Venezuela espelle 12.000 minatori abusivi in due mesi

Le immagini catturate per Greenpeace dal fotografo Daniel Beltra mostrano ampie zone di foresta in pericolo, con evidenze della presenza di attività umane, come l'estrazione di oro e presenza di strade. Intorno al confine delle Conservation Units, sono inoltre visibili anche tracce di recente deforestazione e alcune aree bruciate da poco, probabilmente per lasciare spazio a nuove aziende agricole o all?industria del legno. Lo stato di Amazonas ospita la più grande area continua di Foresta Amazzonica e ancora molte aree di foresta intatta. Se queste dovessero essere distrutte, spiega Greenpeace, molti benefici ambientali per il Pianeta andrebbero perduti. Nel solo 2016 la deforestazione nello Stato di Amazonas è cresciuta del 54% rispetto all?anno precedente, 3 marzo 2017. ANSA/UFFICIO STAMPA GREENPEACE +++ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING+++


Più di 11.750 persone identificate come “minatori abusivi” sono state espulse dalla regione amazzonica venezuelana dal 1° luglio, quando sono iniziate numerose operazioni di sicurezza condotte dall’esercito, l’annuncio è del comandante delle Forze Armate Nazionali Bolivariane (FANB), Domingo Hernandez Larez. “Dal 1° luglio a oggi sono stati sgomberati dalla FANB, insieme agli OSC (Organi di Sicurezza Cittadini), più di 11.750 minatori abusivi che si dedicavano arbitrariamente a depredare la natura e a distruggere gli ecosistemi venezuelani”, ha scritto sul suo account sul social network X (ex Twitter).
Il militare ha assicurato che questi minatori sfrattati sono stati “sponsorizzati da gruppi criminali e da gruppi tancol della città di Inírida, in Colombia”. “Tancol” è un acronimo inventato dal governo venezuelano che non si riferisce a nessuna banda specifica e significa “terroristi armati colombiani del narcotraffico”.
Hernandez Larez ha aggiunto che in queste operazioni di sgombero hanno “sequestrato e distrutto una grande quantità di attrezzature minerarie illegali, apparecchiature di comunicazione, pezzi di ricambio per macchinari e veicoli, forniture, uniformi militari, carburante, antenne satellitari, tubi ad alta pressione, utensili, tonnellate di cibo e centinaia di altri prodotti”. Ha definito “feroce” questa campagna di conservazione ambientale, ordinata dal governo venezuelano, e ha affermato che continuerà il lavoro per proteggere le riserve forestali, i parchi nazionali e i bacini fluviali.
L’ufficiale ha accompagnato le informazioni con fotografie e video che mostrano lo sgombero di queste persone a bordo di imbarcazioni. Le persone stanno lasciando l’area “volontariamente” e in conformità con un ordine del presidente Nicolas Maduro, che ha chiesto alla FANB di “ripulire” l’Amazzonia dalle miniere abusive.
Una volta completate le espulsioni, il governo avvierà un piano di riforestazione dell’Amazzonia, soprattutto per mitigare i danni causati dall’uso del mercurio in questi territori. (AGI)