Alluvione: Bonaccini, credito d’imposta per la ricostruzione


Introdurre il credito d’imposta per  risollevare le zone colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. Lo chiede al Governo il presidente della Regione, Stefano Bonaccini.
“La soluzione sarebbe abbastanza facile – ha detto rispondendo ad una domanda ad “Agorà weekend” in merito allo stato della ricostruzione post alluvione nella sua regione -. Ci sono 8 miliardi e mezzo di euro di danni; ci sono 2 miliardi 700 milioni di euro che serviranno nei prossimi 3 anni per riparare fiumi e strade. Ci sono più di 1.000 frane, 800 strade interrotte, 23 fiumi esondati da rimettere in sesto. Sono risorse che non basteranno neanche per questi lavori, ma sono risorse importanti e ringrazio il Governo di averle messe a disposizione anche se hanno perso mesi inutilmente, perché per la nomina del commissario bastava una settimana e ci hanno messo 3 mesi. Siamo a metà settembre e non riescono ancora a partire i lavori, a centinaia, che dovrebbero essere completati entro la fine dell’anno, per evitare che in inverno una pioggia ordinaria  produca danni straordinari”.
Per Bonaccini, “il problema è che hanno messo a disposizione 4 miliardi, 2 miliardi 700 milioni per le infrastrutture, il resto uno pensa vanno ai danni. Non è così. Perché di quell’altro miliardo e mezzo – ha fatto rilevare  – un miliardo e 200 non è nella disponibilità del commissario Figliuolo che sta lavorando benissimo. Con lui ho un rapporto ottimo. Questo governo, quando aveva interesse a farlo, mi ha nominato commissario, mi ha prorogato commissario alla ricostruzione del terremoto e poi mi ha nominato commissario pochi mesi fa alla costruzione del rigassificatore di Ravenna”. Ma, osserva Bonaccini, “non è importante chi è il commissario, era importante farlo subito. In ogni caso – ha ribadito – con il generale Figliuolo, che è una persona veramente  eccezionale, stiamo lavorando  benissimo. Ma tu puoi mettere anche Mandrake, se però non ha gli strumenti e le risorse può fare quello che può. In ogni caso cos’hanno detto gli imprenditori: abbiamo ricevuto qualcuno 3.000 euro, cioè quelli che il sottoscritto insieme al capo della Protezione civile Curcio mise a disposizione nelle settimane successive come commissario all’emergenza e stanno arrivando sui conti correnti. Era l’unica cosa che potevamo fare. Dopodiché ci sono un miliardo e 200 milioni di euro conteggiati nei 4 che non sono nella disponibilità del commissario. Ci sono 900 milioni per gli ammortizzatori sociali – fa rilevare – di cui utilizzati 30 e poi ci sono 300 milioni per l’export utilizzati solo dalle imprese che hanno esportato una parte significativa del loro fatturato dell’anno precedente e poche decine hanno ricevuto quelle risorse per poche decine di milioni. Quindi – ha detto Bonaccini – io ho chiesto:  mettete subito il miliardo 200 milioni di euro non speso nelle meni del commissario, altrimenti continuate a dire che sono quattro miliardi ma sono meno di tre. E’ una situazione surreale,  – ha dichiarato – speriamo lo facciano  e se lo  fanno vuol dire che avevamo ragione”.

“Per il terremoto abbiamo utilizzato il credito d’imposta. Un cittadino, un imprenditore, un Comune andava in banca, gli veniva garantito da quest’ultima il prestito per ricostruire ed era la banca che si rivaleva sullo stato con minori tasse che concedeva allo Stato in  ragione del monte risorse  che  aveva dato ai cittadini. In Emilia, dove 11 anni fa ci fu il terremoto, chi ha dovuto ricostruire la casa, l’azienda o la scuola, che fossero privato o pubblico,  attraverso la struttura commissariale gestita da me e dalla Regione, ha avuto il 100% dei ristori. Il Governo deve introdurre il credito d’imposta. Se lo farà vuol dire che avevo ragione da mesi. Spero lo faccia, poi però mancano le risorse. Se sono 8 miliardi e mezzo i danni e ci sono poco più di 4 miliardi  – è la conclusione – basta aver fatto le elementari per capire che il 4 nell’8 e mezzo ci sta due volte”. (AGI)
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