All'Eurogruppo è ancora stallo ma il fronte del rigore si assottiglia


Continuano i contatti a livello tecnico e politico in Europa per sbloccare lo stallo che ha costretto l’Eurogruppo a un nulla di fatto dopo 16 ore di trattative sugli strumenti per affrontare la crisi economica legata al coronavirus. L’impasse che i ministri delle Finanze europei non sono riusciti a superare e che ha dato vita allo scontro frontale tra Italia e Olanda è legato alle condizionalità sulle linee di credito del Mes. Secondo quanto emerge al momento la situazione rimane ferma, ma Berlino avrebbe espresso la sua “frustrazione” rispetto al veto dell’Aia sulle condizionalità più stringenti del Mes e questo potrebbe portare l’Olanda ad ammorbidire la sua posizione.

Sul tavolo resta la proposta francese appoggiata dall’Italia sul ‘Fondo per la ripresa’, che presuppone l’emissione di bond garantiti dal debito comune per finanziare le spese che i paesi dovranno affrontare per uscire dall’emergenza sanitaria e economica. Una menzione della proposta franco-italiana potrebbe essere inserita nel quadro dell’accordo finale con un riferimento a strumenti di finanziamento “innovativi”. La formulazione sarebbe sufficentemente vaga per vincere le resistenze dei ‘rigoristi’, ma la condizione è che si sblocchi il negoziato sul Mes. Che un accordo si possa raggiungere domani non è escluso, anche perché il movimento dello spread registrato in mattinata dopo il fallimento dell’Eurogruppo è stato notevole, anche se per ora non viene definito a livello di allarme. 

Il punto chiave su cui si è arrivati allo stallo nella trattativa notturna, hanno riferito fonti concordanti, riguarda le condizionalità del Mes, il Fondo salva Stati. La bozza iniziale prevedeva il ricorso alle linee di credito del Mes per l’emergenza sanitaria e economica con l’impegno a rispettare il quadro macro-economico del semestre europeo, senza riforme o austerità aggiuntive. Olanda, Austria e Finlandia hanno insistito su una condizionalità “in due fasi”: le risorse del Mes per l’emergenza sanitaria senza condizioni, ma poi l’impegno a realizzare riforme per ritornare a una situazione macro-economica stabile. L’Italia si è nettamente opposta a questa soluzione.

Nel corso della notte il gruppo dei rigoristi si è assottigliato. L’Olanda è rimasta praticamente da sola contro gli altri 18 a difendere la condizionalità in due fasi del Mes. Inutili i tentativi di mediazione e gli innumerevoli testi di compromesso proposti da Mario Centeno, Bruno Le Maire e Olaf Scholz: Olanda e Italia sono rimaste irremovibili nelle loro posizioni opposte. Il ministro delle finanze olandese, Wopke Hoekstra ha chiesto che siano i capi di Stato e di governo a decidere.

Oggi sia Olaf Scholz che Bruno Le Maire sono tornati a chiedere uno sforzo per raggiungere un compromesso. Secondo il ministro delle Finanze francese nell’ambito del pacchetto per un’intesa “è indispensabile usare il Mes, senza aggiungere condizioni che potrebbero essere percepite come provocazioni da alcuni Stati membri e che non sono necessarie per attivarlo”.

Francia e Germania, inoltre, sono d’accordo per “far figurare nel pacchetto globale” un Fondo per la ripresa. Il ministro tedesco ha aggiunto che la solidarietà “deve essere organizzabile in modo veloce”, e il Mes “non deve essere collegato ad uno scenario in cui, come dieci anni fa, arrivavano i commissari oppure una troika”. Tuttavia, il ministro alle Finanze di Berlino non menziona il Fondo per la ripresa e aggiunge che “gli strumenti classici del bilancio Ue” bastano per la ricostruzione.

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Fonte: estero agi