Algeria: festa grande per il ritorno della pugile Imane Khelif


Nella sua regione natale di Tiaret, regione rurale semi-arida, nel nord-ovest dell’Algeria, è festa grande per il ritorno della campionessa olimpica di pugilato, l’algerina Imane Khelif. Il suo nome è stato al centro delle cronache per una controversia di genere durante le Olimpiadi di Parigi 2024, di portata internazionale, ben oltre il mondo dello sport.
Sin dalle prime ore del giorno, migliaia di persone hanno affollato le strade della città di circa 200 mila abitanti, 340 km a sud-ovest di Algeri. Sono esplosi di gioia quando la campionessa olimpica si è mostrata in pubblico, sfilando su un autobus a due piani scortato da veicoli della gendarmeria. Al grido di “Imane Khelif” e dello slogan “uno, due, tre, viva l’Algérie”, i tifosi hanno dato un tributo alla loro eroina, accompagnata dai membri della sua famiglia.
“Oggi è un giorno di festa. Me ne occuperò al momento opportuno”, ha risposto la pugile quando interrogata sulla denuncia presentata per molestie informatiche. “È stata un’accoglienza calorosa quella che ho ricevuto oggi. Tutti gli algerini hanno il diritto di gioire e divertirsi”, ha dichiarato la 22enne. “Anche il presidente della Repubblica è in realtà il mio primo sostenitore, il che dimostra che lo Stato e il popolo sono tutti dietro allo sport. Sono convinta che lo sport sia un messaggio per il popolo”, ha aggiunto la campionessa.
Tuttavia, il suo allenatore, Mohamed Chaoua, ha sottolineato che il presidente Abdelmadjid Tebboune sta seguendo personalmente la questione. Il Capo dello Stato “ha detto che non rinunceremo ai nostri diritti (presentando una denuncia contro Elon Musk, JK Rowling e Donald Trump, tra gli altri)”, ha riferito il suo allenatore, sottolineando che il ritorno di Imane è stato “un giorno di gioia” e che le questioni legali dovrebbero essere affrontate nelle sedi appropriate.
In Francia è stata aperta un’inchiesta dopo che Imane Khelif ha presentato una denuncia per molestie informatiche aggravate: dopo il suo primo combattimento è stata vittima di una campagna d’odio sui social network che la definiva “un uomo che combatte le donne”. (AGI)

VQV