AL VOTO!


Quant’era bella quella partecipazione democratica raccontata da chi credeva in un ideale, da chi sosteneva un partito con la sua storia e le sue battaglie.

 di Pietro Craco’

 “Secondo me
se va avanti così
va a finire che a votare
non ci va più nessuno…

Nel lontano ma vicino 1999, G. G. esordiva il suo testo sul “Voto” così!

Un cantautore, un pensatore o semplicemente un cittadino che rappresentava allora un sentimento popolare di un malcontento comune che in vista delle prossime elezioni riecheggia nella sua limpida e cruda verità.

“…e pensare che nel dopoguerra
si picchiavano per andare a votare
si picchiavano nelle strade
gran passione nelle piazze
scontri comizi
bianchi neri repubblicani
monarchici destra sinistra
tutti alle urne…”

Quant’era bella quella partecipazione democratica raccontata da chi credeva in un ideale, da chi sosteneva un partito con la sua storia e le sue battaglie. E adesso un rinnovato astensionismo disarmante che raccoglie quel nuovo partito detto del “non voto”.

“…non è mica facile
non andare a votare
soprattutto non è bello
farlo così a cuor leggero
o addirittura farsene un vanto
c’è dentro il disagio
di non appartenere più a niente
di essere diventati
totalmente impotenti

C’è dentro il dolore di essere
diventati così poveri di ideali
senza più uno slancio
un sogno una proposta una fede
è come una specie di resa…”
Disillusi e stanchi, i cittadini italiani non credono alla politica di oggi e rassegnati depongono l’ardire del loro credo. Figuriamoci i giovani di oggi. Senza bandiere, motivazioni e cultura politica rappresentano un presente che non ha un’idea di cosa volere per il loro futuro.

Eppure “…il voto è
un diritto-dovere
anche questa è bella
che sia un diritto
lo abbiamo capito tutti
che sia un dovere ultimamente
non l’ha capito nessuno…”

La scelta ci è data, ma la confusione anche. Gli Italiani sono indecisi perché resi tali. Un panorama che vede partiti e segreterie sotto l’immagine personalistica dei loro leader.

Alle porte del voto, il populismo ha emesso gli ultimi vagiti nella pancia degli elettori. I partiti così scimmiottano a vicenda slogan rivisti e quasi comuni aggrappandosi all’arte del politichese per acciuffare ceppi di elettorato. L’amarezza del cittadino oramai è tale da non credere più a nessun altro urlatore di piazza. Così il diritto e dovere civico si disperdono nel mare oltre che dell’astensionismo anche nelle onde dell’indecisione.

“…l’importante sarebbe
continuare a essere politici
perché in ogni parola
in ogni gesto
in qualsiasi azione normale
in qualsiasi momento della nostra vita
ognuno di noi ha
la possibilità di esprimere
il suo pensiero di uomo
e soprattutto di uomo
che vuol vivere con gli uomini
e questo non è un diritto
è un dovere”.

E allora come direbbe Gaber, nonostante tutto e comunque, Buon voto Italia!

La scelta del tuo futuro dipende sempre da te e soprattutto dalle tue azioni.

Agisci da cittadino nel tuo vivere quotidiano in opere e servizio civico. Spenditi nella comunità.

Non lasciare il tuo segno civico solamente in una cabina con una semplice matita in una scheda piegata per l’Italia che vuoi.