AGI – In Sicilia il sabato di Pasqua ha segnato il primo giorno di vaccinazioni anti-Covid nelle 300 parrocchie che hanno aderito all’iniziativa, finora unica in Italia, per somministrare il vaccino in chiesa. Grazie al protocollo d’intesa siglato dal presidente della Regione, Nello Musumeci e dal presidente della Cesi, l’arcivescovo Salvatore Gristina, già per la prima giornata si sono prenotate seimila persone, della fascia d’età dai 69 ai 79 anni. Il programma “ha valore etico oltre che pratico e raggiunge direttamente i siciliani che desiderano vaccinarsi mentre partecipano alle celebrazioni Pasquali”, ha commentato Musumeci.
A Ragusa “senza paura”
“Vedo tanta gente che non vuole e ha paura io invece sono convinta che il vaccino sia importantissimo per se stessi ma principalmente per gli altri”, racconta all’AGI la signora Giorgia Cabibbo subito dopo la vaccinazione a San Giuseppe Artigiano, una delle principali parrocchie di Ragusa che ha aderito al protocollo. E’ importante “perché si sta diffondendo in modo incredibile e se non ci vacciniamo tutti non ci sarà modo di bloccare questa grande pandemia. Io ho fatto la mia parte e spero che tutti si convincano”, ha aggiunto.
Diverse rinunce
San Giuseppe Artigiano è la parrocchia in cui si recano di solito i fedeli di Ragusa. L’altra parrocchia è La Nunziata per i fedeli di Monterosso, Giarratana e Chiaramonte. Altri due centri disponibili sono a Vittoria e Acate per la Diocesi di Ragusa, mentre per la Diocesi di Noto i centri vaccinali nel Ragusano sono stati disponibili a Scicli, Modica, Ispica e Pozzallo in quattro chiese. Nelle due parrocchie di Ragusa in totale sono state vaccinate una settantina di persone sebbene le prenotazioni fossero più del doppio. Per quattro persone, in corso di anamnesi, sono state rinviate e spostate all’hub vaccinale del Civile di Ragusa le immunizzazioni perché, una volta esaminate le patologie, non è stata ritenuta opportuna la vaccinazione con Astrazeneca. Due, i medici che nel comune capoluogo hanno coordinato le operazioni, Alessandro Tumino a San Giuseppe Artigiano e Biagio Aprile alla Nunziata, una chiesa che assume oggi anche un valore simbolico. Il parroco, padre Raffaele Campailla 47 anni, è morto per Covid il 21 novembre scorso.
“Preoccupata solo della puntura”
Convinta della scelta, come la signora Cabibbo, è Paola Ciociano, infermiera in pensione, preoccupata più dell’ago che del vaccino, in se. Scherza dopo avere ricevuto la prima dose: “Sono sollevata, pur avendo fatto centinaia di iniezioni a pazienti, devo confessare che ero preoccupata della puntura”, dice all’AGI ridendo, e attende i 15 minuti di osservazione prima di lasciare la parrocchia. I centri parrocchiali delle chiese sono stati attrezzati con un’area di registrazione, una sala di vaccinazione e un’area di osservazione post somministrazione. Circa 300 i cittadini tra i 70 e 79 anni che si sono prenotati, ma risulterebbero molte rinunce. Qualcuno, ha preferito chiarirsi gli ultimi dubbi direttamente davanti ai medici, altri hanno disdetto e il Sabato Santo non ha aiutato. La diffidenza nei confronti del vaccino Astrazeneca ha fatto la differenza.
Source: agi