Al via la presidenza Biden, un nuovo giorno per l’America


 di Antonino Gulisano

Due giorni prima del giuramento del nuovo inquilino della Casa Bianca, per evitare possibili scontri nella Capitale americana sono arrivati migliaia di soldati, dispiegati per la città. Guardia nazionale allertata anche in diversi Stati del Paese. I preparativi per l’insediamento si sono svolti in una Washington sempre più blindata. Il 16 gennaio un uomo di 31 anni è stato arrestato a un checkpoint nei pressi del Campidoglio con un pass non autorizzato per la cerimonia di insediamento, un fucile e più di 500 colpi. L’Fbi avrebbe già ricevuto segnalazioni di potenziali “proteste armate” nei pressi dei Campidogli di tutti e 50 gli Stati americani, oltre che a Washington D.C.

Massima sorveglianza a Washington, tra la Casa Bianca e Capitol Hill, e attorno ai palazzi della politica di tutti i cinquanta Stati. Alla vigilia dell’Inauguration Day, che segna l’inizio della presidenza di Joe Biden, si è acuita la tensione per possibili nuovi scontri, dopo l’assalto al Congresso avvenuto il 6 gennaio e per questo il livello di sicurezza è stato alzato in tutto il Paese.

Il presidente Biden rinuncerà al viaggio in treno di 90 minuti per raggiungere la capitale federale dalla sua Wilmington, in Delaware. Un viaggio simbolico che era stato pensato per emulare i suoi 36 anni di pendolarismo, quando da senatore Biden ogni giorno raggiungeva Washington in treno. La tradizionale parata lungo Pennsylvania Avenue e l’Inauguration Ball alla Casa Bianca avranno invece un format virtuale, con una trasmissione in prima serata condotta da Tom Hanks. Confermata invece la visita allo storico cimitero di Arlington, dove Biden e la vice Kamala Harris depositeranno una corona di fiori sulla tomba del milite ignoto. Alla visita parteciperanno anche gli ex presidenti Bill Clinton, George W. Bush e Barack Obama, con le rispettive ex first lady.

Nella capitale la zona vietata all’accesso parte fin dal centro: il National Mall, luogo iconico di ogni celebrazione presidenziale, è chiuso da giorni. Quasi 10mila soldati della Guardia nazionale sono arrivati a Washington da 46 Stati, ma in tutto il numero dei militari impegnati nella sicurezza dell’area raggiungerà i 25mila. A Richmond, Virginia, dove un anno fa manifestarono migliaia di difensori del diritto alle armi, il governatore Ralph Northam ha lanciato un appello a non ripetersi il 20 gennaio. “Se qualcuno – ha detto in un discorso pubblico – ha intenzione di venire qui o arrivare fino a Washington con animo malato, vi chiedo di cambiare direzione e tornare a casa”.

Intanto Donald Trump lascia oggi l’incarico con il più basso indice di gradimento della sua presidenza: il 29%, secondo l’ultimo sondaggio del Pew Research Center. Nei quattro anni alla Casa Bianca l’indice si è sempre attestato tra il 35% e il 45%. Il crollo finale nella popolarità di Trump è dovuto ai fatti del 6 gennaio, con l’assalto dei suoi sostenitori al palazzo del Congresso. Secondo un altro sondaggio di Ssrs condotto per la Cnn, il 54% degli americani avrebbe preferito che Trump fosse essere rimosso dal suo incarico prima della fine del mandato.

L’era della presidenza di Joe Biden, 46° Presidente USA, viene inaugurata con alcuni temi-chiave per i primi 100 giorni dell’agenda Biden: Economia, coronavirus e clima.

Sostegni all’economia e alla sanità per affrontare l’emergenza Coronavirus,  politiche ambientali, stop alla costruzione del muro con il Messico: queste sono soltanto alcune delle priorità dell’agenda dei primi 100 giorni dell’esecutivo Biden-Harris. Consapevoli delle molteplici sfide che dovranno affrontare, Joe Biden e Kamala Harris dovranno in primis, però, guarire un’America ferita e divisa.

Il 46mo presidente trascorrerà, quindi, i primi mesi della presidenza tra due forze contrapposte: da un lato l’urgenza di agire velocemente per il bene del Paese e, dall’altra, la necessità di negoziare con le aziende, scendere a compromessi e, a volte, abbandonare i sogni elettorali a favore di un approccio più realistico. Dovrà eliminare la burocrazia di Washington e gestire anche quel che resta del Partito Repubblicano.

Cancellare l’eredità di Trump, proprio come questi aveva fatto a suo tempo con Barack Obama. Anche se Biden dovrà affrontare i primi giorni senza la gran parte del suo gabinetto, visto che il processo di approvazione delle nomine al Senato non è ancora partito e forse slitterà anche a causa dell’impeachment, vuole voltare subito pagina. Lo farà firmando una serie di decreti – sono una decina in tutto – il giorno stesso del suo insediamento con l’obiettivo di annullare sin da subito alcuni dei provvedimento più controversi dell’era Trump, ma anche per cercare di arginare la pandemia di Coronavirus che questa settimana ha messo a segno un altro record in negativo.

Nei primi due giorni alla Casa Bianca Barack Obama aveva vietato la tortura di Stato e chiuso il centro di detenzione per terroristi a Guantánamo. Trump invece ha usato le prime ore all’ufficio ovale per smantellare la riforma del sistema sanitario varata da Obama e da Biden. La settimana successiva invece aveva introdotto una serie di restrizioni sull’immigrazione, a partire dal famigerato muslim ban che in nome della lotta al terrorismo sospendeva l’ingresso negli Stati Uniti per cittadini e profughi provenienti prevalentemente da Paesi a maggioranza musulmana.

Per gli immigrati è prevista una sorta di sanatoria che dovrebbe aprire le porte della cittadinanza a ben 11 milioni di persone che sono entrate negli Stati Uniti illegalmente. Biden ha promesso anche che nei suoi primi giorni da presidente ripristinerà il diritto dei lavoratori di formare un sindacato e avvierà il processo per riportare gli Stati Uniti negli Accordi di Parigi sul clima, pietra fondante della lotta mondiale al cambiamento climatico. In questo modo verranno ripristinate anche molte delle tutele e regolamentazioni ambientali introdotte da Obama e poi rimosse da Trump, anche se per raggiungere alcuni dei suoi obiettivi più ambiziosi dovrà per forza passare dal Congresso.

Lobby, Corte Suprema e Senato. La partita di Joe Biden contro i cambiamenti climatici parte da qui.

Gran parte dell’attenzione del nuovo Presidente si concentrerà sul contrasto alla pandemia di Covid. Siccome nemmeno Biden potrà introdurre l’obbligo di indossare le mascherine in tutti gli Stati Uniti, lo farà solo per i terreni di proprietà federale e per il trasporto inter-statale. Biden ha già promesso che il suo primo giorno nominerà un «comandante della catena di approvvigionamento nazionale», una sorta di super-commissario. Entro i primi 100 giorni del suo mandato conta di far vaccinare 100 milioni di americani (attualmente sono state somministrate circa 11 milioni di dosi). Queste misure si vanno a sommare al pacchetto di aiuti, annunciato nei giorni scorsi, per un totale di 1,9 mila miliardi di dollari, di cui circa 400 miliardi verranno utilizzati anche per velocizzare la distribuzione dei vaccini.

La presidenza di Obama fu la scommessa di un uomo con la Storia, della fede di un coordinatore di comunità messa alla prova della ribalta mondiale. Per l’uomo e per la politica americana divisa e stanca, sfibrata dalla crisi finanziaria del 2007 iniziò l’era della “Terra promessa”.

Alla fine della parentesi di Trump ritroviamo un’America divisa, arrabbiata e sempre meno forte nella fede della Democrazia.

Il 46° Presidente USA Joe Biden ha una missione speriamo non “impossibol” riunire e guarire le ferite della divisione sociale, della depressione provocata dalla crisi pandemica del Covid19 e dalla poca fiducia nel futuro del sogno americano.

Le sfide sono molteplici e difficili, soprattutto perché il Paese è estremamente diviso. Il primo punto dell’agenda Biden, quindi, sarà proprio di riunire e guarire un’America ferita.

Good Mornig USA!