Di Vittorio Sangiorgi (Direttore del Quotidiano dei Contribuenti)
Guillame Faury, Amministratore Delegato di Airbus, costruttore multinazionale europeo di aeromobili “rivale” della statunitense Boeing, ha recentemente dichiarato che, entro il 2035, la compagnia punterà ad introdurre nella propria flotta un aereo alimentato ad idrogeno.
Un annuncio, questo, che arriva in un periodo nel quale, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, è considerato un obiettivo prioritario da governi ed istituzioni mondiali. L’idrogeno, infatti, è un carburante pulito che emette solo vapore e può rappresentare, dunque, una valida alternativa per il futuro dall’industria dei trasporti che, notoriamente, è tra le più inquinanti. Non a caso, diversi stati, stanno investendo ingenti risorse nello sviluppo dell’idrogeno verde. La Francia, ad esempio, ha stanziato 1,5 miliardi di euro per lo sviluppo di velivoli che non emettano carbonio e, nel complesso, prevede di investirne, nei prossimi anni, circa 7 per incoraggiare e sostenere lo sviluppo di soluzioni ad idrogeno. La Germania, dal canto suo, ha deciso di impiegarne 9.
Faury, in un’intervista concessa al quotidiano transalpino Le Parisien, ha spiegato così gli obiettivi della compagnia da lui guidata: “La nostra ambizione è diventare il primo produttore di aerei a mettere in servizio un aereo del genere nel 2035. Lo sviluppo di idrogeno decarbonizzato è un asse prioritario di sviluppo per Airbus”. L’azienda, per altro, ha già adoperato la tecnologia dell’idrogeno per alimentare i suoi satelliti ed il razzo Ariane. Fury, inoltre, aggiunge che non sarebbe necessario “nessun importante progresso tecnologico” per lo sviluppo di un aereo alimentato da carburante che non emette carbonio.
Tuttavia servirà, comunque, oltre un decennio per poter mettere in pista il primo aereo alimentato ad idrgeno. Dovranno trascorrere, infatti, cinque anni affinché la tecnologia di produzione raggiunga la maturità. Fornitori e siti industriali, poi, avrebbero bisogno di ulteriori due anni per essere pronti. Il programma potrebbe dunque partire nel 2028 e, da quel momento, potrebbero passare circa sette anni per il raggiungimento dell’obiettivo finale. Il motivo? L’uso dell’idrogeno richiederebbe alcune importanti modiche nella progettazione degli aereomobili, dal momento che carburante richiede circa quattro volte lo spazio di stoccaggio del cherosene per lo stesso contenuto energetico.
La strada sembra, quindi, tracciata e potrebbe presto essere percorsa anche dalle altre industrie dei trasporti. Una scelta che guarda al futuro e ad un’innovazione che proceda di pari passo con la tutela dell’ambiente.