Ai laureati della Politecnica Marche le ghirlande intrecciate dalle vittime della tratta


 

di Lorenzo Sconocchini

«Cari giovani voi siete fortunati, su queste corone di alloro ci hanno messo le mani delle ragazze meno fortunate, che sono state raccolte sulle nostre strade d’Italia e che hanno sofferto torture e violenze inaudite». Don Aldo Buonaiuto, il parroco che ha ereditato da don Oreste Benzi il testimone della lotta alla tratta delle giovani donne, parla dal palco di piazza Roma ad Ancona, dove neolaureate e i neolaureati dell’università Politecnica delle Marche si sono radunate giovedì e venerdì scorsi per la cerimonia di consegna dei diplomi e il tradizionale lancio in aria delle corone.

Ad intrecciare quei ramoscelli, che cingono il capo di 291 neodottori, sono state giovani donne vittime di tratta accolte nella casa rifugio della Comunità Papa Giovanni XXIII guidata da don Aldo Buonaiuto. «Ragazze – ha aggiunto il sacerdote – che non hanno la possibilità di fare grandi sogni.

Ma tra i primi desideri che raccontano c’è sempre quello di studiare. Vorrei che in questa bellissima festa possiate portare sempre nel vostro cuore le persone più fragili, più bisognose». Don Buonaiuto ha ringraziato il rettore Gian Luca Gregori perché «ha aiutato un ragazzo che da poche settimane non c’è più. Un giovane di 22 anni che studiava Ingegneria civile a Beirut, portato in Italia nell’ultimo tentativo di potersi curare da un male terribile: il Rettore mi ha aiutato tantissimo a sostenere questo percorso».

L’iniziativa delle ghirlande, ha raccontato il Rettore Gregori, è scaturita «dall’incontro toccante che ebbi il primo aprile con queste ragazze durante una visita insieme al vicepremier Antonio Tajani. Insieme ai professori di Agraria, gli studenti sono andati nella casa rifugio ed hanno realizzato le corone con le ragazze accolte». «Le studentesse e gli studenti dell’Ateneo – aggiunge Gregori – hanno potuto incontrare le vittime della tratta e riflettere sul fatto che quelle loro coetanee, se non addirittura più giovani, non hanno avuto la loro stessa fortuna, di poter studiare e realizzare i propri sogni». A don Aldo Buonaiuto Univpm ha donato il sigillo di Ateneo.

 

Fonte: corriereadriatico.it/