Agricoltura: Giansanti, tre effetti negativi da rialzo tassi


Dal rialzo dei tassi “L’effetto è negativo ai massimi” per l’agricoltura: lo ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a margine della sua partecipazione all’Agrifood Future, iniziativa organizzata a Salerno da Unioncamere e Camera di Commercio di Salerno. A suo avviso sono “sostanzialmente tre gli effetti estremamente negativi” del rialzo dei tassi.
“Primo”, ha spiegato Giansanti, “l’effetto diretto sul settore: un aumento del costo del denaro in anni in cui gli investimenti in agricoltura sono aumentati in maniera significativa, soprattutto sulla tecnologia. Noi oggi siamo qui a parlare di futuro del sistema dell’agrifood che passa attraverso la capacità di innovare in tecnologia. Ecco, gli investimenti costeranno di più, quindi non tutti li faranno. Secondo, aumentando il costo del denaro, tutto ciò avrà un impatto significativo sul costo della vita delle famiglie, le quali contrarranno ancora di più i loro consumi, con un effetto ancora di più depressivo sul tema dei consumi. Oggi, dobbiamo considerare che nel sistema dei consumi alimentari un italiano su due o compra al discount o compra presso i negozi a marca i prodotti a marchio e sono quelli a minor valore. Significa che il potere d’acquisto delle famiglie è nettamente inferiore rispetto a quello dello scorso anno”.
“Terzo”, ha aggiunto il numero uno di Confagricoltura, “veniamo da stagioni in cui il debito pubblico ha raggiunto quasi 2 miliardi 200 milioni di euro e ovviamente un aumento dei tassi d’interesse ha un effetto significativo anche sui conti pubblici, quindi le risorse a disposizione per la legge di Bilancio saranno minori, quindi meno politica espansionistica, meno politica di rilancio e di investimento per il settore”. “Vengo da una settimana di lavoro in Canada in cui abbiamo confrontato i modelli dell’agricoltura italiana, europea, insieme a quelli delle nazioni del Nord America e del Messico – dice ancora – tutt guardano oggi all’Italia come un modello, quindi forti delle nostre tradizioni. È evidente che dobbiamo però avere il coraggio di aprire sempre di più la nostra capacità produttiva, aprirci alle tecnologie, credere di più nella scienza”. (AGI)
LIL