‘Aglione superstar’, dal rischio scomparsa alla corsa per diventare Dop


AGI Sembrava destinato all’estinzione e adesso invece è in rampa di lancio per i varcare i confini della Toscana e conquistare la certificazione Dop. E’ la rivoluzione gentile dell’aglione tipico della Valdichiana tra Arezzo e Siena, varietà di aglio dal sapore gentile che lascia l’alito intatto, tanto da venire ribattezzato ‘l’aglio del bacio’.

La rinascita ha preso il via negli ultimi anni ed è culminata a marzo scorso quando è stata inserita nell’anagrafe nazionale del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali come risorsa vegetale a rischio di estinzione e quindi da tutelare. Una riscoperta che ha messo in luce anche altre sue qualità: la resistenza al maltempo e la sostenibilità ambientale legata alla sua coltivazione.

E ora che la sopravvivenza sembra assicurata, l’aglione pensa in grande, in linea con le sue dimensioni che possono arrivare fino a 1 chilogrammo di peso. L’obiettivo è ottenere il riconoscimento europeo Dop (Denominazione di origine protetta) che sancirebbe la definitiva consacrazione come eccellenza gastronomica tipica e darebbe il via libera alla commercializzazione in tutto il Paese.

“L’interesse viene prima di tutto da noi coltivatori del territorio – chiarisce Monica Bettollini, produttrice storica con la sua azienda ‘I tre capi’ a Montepulciano e segretaria dell’associazione ‘Aglione della Valdichiana’ che ha lanciato il progetto – vediamo nell’aglione una prospettiva per l’economia del nostro territorio, non solo per la produzione agricola ma anche perché può diventare un traino per il turismo visto che è parte della nostra tradizione”.

La ripresa dell’aglione avviene dopo un ventennio di produzione agricola che lo aveva spinto ai margini per via del faticoso processo di coltivazione. “Era un prodotto ‘dimenticato’ –  rievoca Bettollini –  destinato solo all’autoconsumo, le quantità non erano sufficienti per la vendita. Gli altri ortaggi lo chiudevano per due motivi: è una coltivazione del tutto manuale, non c’è spazio per la meccanizzazione, e soprattutto non era considerato un prodotto di eccellenza”.

L’inversione di tendenza ha preso il via nel 2016 quando l’aglione è stato inserito nel registro Pat (Prodotti agroalimentari tipici) della Toscana. “Con la registrazione nel Pat si è riusciti a creare un modello di sviluppo – racconta Stefano Biagiotti, docente universitario e referente scientifico dei progetti sull’aglione – le università di Pisa e Siena hanno condotto le ricerche in ambito botanico e agronomico con l’obiettivo di caratterizzarlo in modo più approfondito anche nel suo rapporto con il territorio”.

Così a novembre 2020 è nata l’associazione per lanciare la candidatura dell’aglione alla Dop.  Tra i partecipanti decine di produttori e 27 Comuni di quattro province diverse, Arezzo, Siena, Perugia e Terni visto che una parte della coltivazione è radicata anche in Umbria, soprattutto nella zona del lago Trasimeno. “Al momento stiamo raccogliendo i fondi versati da agricoltori ed enti locali – spiega la segretaria dell’associazione – c’è stata una grande risposta. Una volta redatto il progetto verrà presentato al Mipaaf che lo porterà a Bruxelles, teniamo le dita incrociate”.

Con il via libera della Commissione europea per l’aglione si spalancherebbero le porte del mercato nazionale, con la possibilità di diventare un prodotto acquistabile in ogni supermercato. “La volontà è di uscire dai confini tosco-umbri – ribadisce la titolare dell’azienda toscana che vende i suoi prodotti anche online-  lo spedisco in tutta Italia e anche all’estero, recentemente in  Belgio e Francia dove c’è una buona richiesta”.

L’aglione è al centro della cucina popolare della Valdichiana, basta pensare ai ‘pici all’aglione’, pasta fatta mano a forma di spaghetti accompagnati dal sugo, ma in futuro potrebbe diventare una risorsa anche per l’alta cucina grazie alla sua versatilità . “Il suo sapore delicato e gradevole potrebbe trovare spazio anche in una cucina stellata – suggerisce Bettollini – noi ad esempio una volta lo abbiamo usato per fare una composta con l’uva che si abbina molto bene con i formaggi. Durante un mercatino invece lo abbiamo abbinato per gioco al gelato alla vaniglia e il risultato è stato positivo.

L’aglione ha enormi potenzialità e confidiamo nella Dop per farlo conoscere a tutti”.

Source: agi