AGI – Il cinema italiano scalda i motori in attesa della notte degli Oscar, quando Paolo Sorrentino potrebbe ottenere la sua seconda ambita statuetta. Eppure in queste ore di vigilia, l’attesa è anche concentrata sul peso che la guerra in Ucraina avrà nello show. In un momento in cui nel mondo non si parla d’altro che dell’aggressione russa è probabile che le star approfitteranno della ribalta per prendere posizione. Ci potrebbe essere addirittura Volodymyr Zelensky, con un messaggio in diretta o preregistrato.
Lo ha proposto nei giorni scorsi Amy Schumer, una delle presentatrici della serata. E l’ex attore oggi presidente ucraino – che da un mese, con innegabile appeal mediatico, galvanizza la difesa contro i soldati di Mosca – sarebbe in contatto con l’Academy per definire i dettagli. Il produttore della cerimonia, Will Packer, quando, giovedì, gli è stato chiesto esplicitamente non lo ha confermato ma neppure escluso: “Si sta ancora lavorando all’organizzazione dello spettacolo, quindi non è qualcosa di cui parlare, in un senso o nell’altro”.
E una delle presentatrici, Wanda Sykes, pur scherzandoci su (“Non è impegnato a fare altro in questo momento?”) ha promesso che della guerra in Europa si parlerà in modo “naturale” e “intenso”. Packer ha assicurato che lo spettacolo si svolgerà con una consapevolezza non solo della situazione in Ucraina, ma anche dei modi in cui la pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto sul mondo negli ultimi due anni, due anni che -ha detto- sono sembrati “decenni”. Di sicuro sarà curioso vedere quanto peso si darà al tema. La cerimonia è la prima in presenza dopo la pausa per la pandemia da Covid e la kermesse è tradizionalmente uno spazio in cui emergono questioni forti: l’inclusione, le donne, le critiche per la mancanza di ‘nomination’ afro americane o delle minoranze.
Le star, spesso di tendenza liberal, sanno di avere i riflettori puntati addosso e ne approfittano per sollevare temi a cui tengono e dalle connotazioni politiche: sono rimasti nella storia l’accorato appello di Richard Gere per il Tibet o quello di Leonardo DiCaprio per il pianeta. Già si sa per esempio che Mila Kunis, che è ucraina e che insieme al marito Ashton Kutcher ha raccolto 35 milioni di euro per i rifugiati ucraini, dovrebbe fare un appello.
Fiato sospeso per Sorrentino
Intanto l’italiano più atteso, in California, è già arrivato: Paolo Sorrentino, accompagnato dalla moglie Daniela D’Antonio, è già da alcuni giorni a Los Angeles. Il suo “E’ stata la mano di Dio” punta all’Oscar per il Miglior film internazionale ma la concorrenza è molto agguerrita, a partire dal giapponese ‘Drive My Car’ e dal danese ‘Flee’. In attesa di domani, quando l’Italia spera di vedergli assegnato un riconoscimento come nel 2014, Sorrentino ha dovuto affrontare alcuni degli appuntamenti piè o meno mondani legati al premio dell’Academy.
‘E’ stata la mano di Dio’, scelto a febbraio come candidato per il miglior film internazionale, in America ha potuto contare su successo di pubblico e critica e un endorsement d’eccezione come quello di Robert De Niro. Domani sera con lui ci saranno anche Filippo Scotti, il giovane attore che impersona Fabietto Schisa, alter ego del regista, vincitore per questo ruolo del premio Marcello Mastroianni alla 78esima Mostra di Venezia; e Lorenzo Mieli, che, con The Apartment, ha partecipato alla produzione della pellicola distribuita da Netflix e Lucky Red.
Sorrentino non è l’unico italiano in corsa. Ci sono anche Enrico Casarosa per la regia di ‘Lucà tra i film di animazione e Massimo Cantini Parrini alla seconda nomination consecutiva per i costumi di ‘Cyrano’.
I favoriti
Ormai i giochi sono fatti. Le urne per votare la 94ma edizione degli Academy Awards si sono chiuse dopo cinque giorni in cui i 9.500 membri attivi dell’Accademia appartenenti a 19 categorie del cinema hanno potuto esprimere le loro preferenze. Le previsioni della vigilia danno per probabile un trionfo del “Potere del cane” di Jane Campion prodotto da Netflix, anche se è in forte ascesa di consensi ‘I segni del cuore – CODa’, commedia drammatica degli studi Apple. Campion potrebbe diventare la terza donna ‘miglior registà nella storia degli Oscar, appena un anno dopo Chloe Zhao, la seconda (con ‘Nomadland’). E 12 anni dopo che Kathryn Bigelow ruppe il ‘soffitto di cristallo’ con ‘The Hurt Locker’.
Nella serata saranno celebrati non solo i film di quest’anno, ma anche due super-classici, ‘Il padrino’ di Francis Ford Coppola classic, che quest’anno compie 50 anni, e la serie dedicata a James Bond, che uscì la prima volta, con “Dr No”, nel 1962.
Tra gli ospiti annunciati ci sono Lady Gaga, Kevin Costner, Youn Yuh-jung, Rosie Perez, Chris Rock, Halle Bailey, Samuel L. Jackson, Jamie Lee Curtis e Zoe Kravitz. La cerimonia sarà condotta, oltrechè da Wanda Sykes ed Amy Schumer, anche da Regina Hall, in una serata che si annuncia sempre piu’ rosa. Sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles ci sarà Beyoncè con “Be Alive”, la canzone scritta per il film “King Richard”. Billie Eilish e suo fratello Finneas O’Connell canteranno invece “No time to die”, colonna sonora del film di James Bond.
Una terza donna, la cantante di musica country, Reba McEntire, si esibirà in “Somehow You Do”, canzone scritta da Diane Warren per il film “Four Good Days”.
I premi scelti dal pubblico
Da notare che, per cercare di attrarre audience, decisamente un po’ in calo negli ultimi anni, gli organizzatori si sono inventati anche un modo per coinvolgere il pubblico: nuovi premi assegnati dal pubblico via Internet, ammessi pure quelli che non erano tra le ‘nomination’.
Non saranno veri Oscar, ma comunque due premi: quello dei ‘fan’ e quello per il momento più memorabile al cinema. è la prima volta in assoluto che l’Academy apre un concorso per il pubblico. Gli appassionati hanno utilizzato su Twitter gli hashtag #OscarsFanFavorite e #OscarsCheerMoment e inviato i voti. Il film piu’ gettonato sarà premiato domani sera; e tre tra i votanti saranno sorteggiati per un viaggio tutto compreso a Los Angeles alla cerimonia del 2023. Tutti pronti dunque per il voto? No, perchè ormai è troppo tardi. Anche per quel voto, le ‘urnè si sono chiuse il 3 marzo.
Source: agi