Gli investimenti in infrastrutture – trasporti, irrigazione, energia, tecnologie dell’informazione e della comunicazione – sono fondamentali per uno sviluppo sostenibile. Essi favoriscono altresì la crescita della produttività e dei redditi. Lo sviluppo industriale sostenibile è la prima fonte di generazione di reddito e permette un aumento rapido e sostenuto del tenore di vita delle persone. È assolutamente necessario ricercare costantemente soluzioni tecnologiche per un’industrializzazione che rispetti l’ambiente
di Gianni De Iuliis
L’obiettivo n. 9 dichiara che entro il 2030 bisogna costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione e una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile.
Gli investimenti in infrastrutture – trasporti, irrigazione, energia, tecnologie dell’informazione e della comunicazione – sono fondamentali per uno sviluppo sostenibile. Essi favoriscono altresì la crescita della produttività e dei redditi.
Lo sviluppo industriale sostenibile è la prima fonte di generazione di reddito e permette un aumento rapido e sostenuto del tenore di vita delle persone. È assolutamente necessario ricercare costantemente soluzioni tecnologiche per un’industrializzazione che rispetti l’ambiente.
Il progresso tecnologico infine può consentire il raggiungimento degli obiettivi legati all’ambiente, in particolare l’aumento delle risorse e l’efficienza energetica.
A oggi circa 2,6 miliardi di persone nei Paesi in via di sviluppo incontrano impedimenti nell’accesso continuo all’elettricità; 1,5 miliardi di persone non possiedono servizi di telefonia affidabili; per molti Paesi africani le carenze infrastrutturali abbassano la produttività delle imprese di circa il 40%; nei Paesi in via di sviluppo quasi il 30% della produzione agricola viene sottoposta a lavorazione. Nei Paesi ad alto reddito ne viene lavorato il 98%. Ciò suggerisce grandi opportunità per i Paesi in via di sviluppo nell’industria agroalimentare.
Analizziamo come si sostanzia il goal n. 9 indicandone alcuni sub-obiettivi.
Sviluppare entro il 2030 infrastrutture di qualità, affidabili e sostenibili per supportare lo sviluppo economico e il benessere degli individui; promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile e aumentare significativamente le quote di occupazione nell’industria; incrementare l’accesso delle piccole imprese industriali ai servizi finanziari, compresi i prestiti a prezzi convenienti e la loro integrazione nell’indotto e nei mercati; adottare tecnologie e processi industriali più puliti e sani per l’ambiente; aumentare la ricerca scientifica, migliorare le capacità tecnologiche del settore industriale e incrementare il numero d’ impiegati nel settore della ricerca e dello sviluppo; aumentare l’accesso alle tecnologie d’ informazione e comunicazione e fornire ai paesi meno sviluppati un accesso a Internet universale ed economico;
Per quanto concerne il contesto italiano, il Rapporto ASviS sottolinea il cambio di passo mostrato nelle politiche nazionali, accelerato in particolare durante gli ultimi mesi a causa dell’emergenza Covid-19. Nello specifico, si segnalano gli interventi avvenuti nelle seguenti aree:
Innovazione e digitalizzazione dei processi produttivi economici e sociali; infrastrutture e trasporti stradali; mobilità sostenibile; infrastrutture aeroportuali; trasporto ferroviario; tecnologie di risparmio energetico; infrastrutture idriche.
Tra il 2010 e il 2019 migliora significativamente la maggior parte degli indicatori elementari del Goal 9. In particolar modo, aumentano gli indicatori relativi alla diffusione della banda larga tra le famiglie, al tasso di ricercatori per 10mila abitanti e alla specializzazione produttiva nei settori ad alta tecnologia. Cresce inoltre la quota di Pil destinata alla Ricerca e sviluppo, attestatasi nel 2019 all’1,37%, ma ancora distante sia dal target fissato dalla Strategia Europa 2020 (3%) che dalla media europea (2,12%). Pur nella scarsità di dati per l’anno in corso, si ritiene di poter confermare l’impatto negativo della crisi su questo Goal.
Chiudiamo con le proposte dell’ASviS su “Imprese, innovazione, infrastrutture”.
«Affrontare il problema della transizione virtuosa da “ricerca” a “innovazione”. La ricerca è infatti fondamentale per il futuro italiano: essa deve essere condivisibile e utilizzabile da tutti, nonché orientata a stimolare e produrre innovazione di processo e di prodotto (e non solo “conoscenza”). Per questo motivo il mondo della ricerca va meglio connesso con quello produttivo, sviluppando soluzioni che migliorino l’efficienza e la qualità della vita delle persone.
Promuovere e incentivare l’uso di sistemi e piattaforme innovative per elaborare i dati, al fine di poter usufruire di indicazioni “intelligenti” per orientare le decisioni future.
Implementare la digitalizzazione delle infrastrutture, che consentirebbe di monitorare ogni struttura su base giornaliera e decidere le necessarie azioni manutentive sulla base di priorità derivanti dalle moderne tecniche IoT-Shm (Internet of things/Structural health monitoring).
Per ciò che concerne le infrastrutture ferroviarie, occorre implementare il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (European Rail Traffic Management System – Ertms) per accelerare il processo di innovazione tecnologica dell’infrastruttura ferroviaria nazionale e favorire la trasformazione digitale del Paese.
È urgente prevedere iniziative per nuove realizzazioni e l’ammodernamento delle infrastrutture meridionali, dove ci sono collegamenti a linea unica tra città, e/o infrastrutture talmente obsolete e degradate da impedire trasporti efficienti, il che determina una preferenza per quelli su gomma, con impatti ambientali negativi.».