“Erano 193 milioni e 53 gli Stati solo nel 2021, oggi l’insicurezza alimentare grave colpisce 258 milioni di persone in 58 paesi del mondo, molti dei quali appartengono al continente africano. La Somalia da sola conta il 57% del totale delle persone che soffrono di questo problema. Se questi Paesi fossero dotati degli standard della tecnologia europea e ancora di più di quella italiana, sarebbero in grado di estendere le superfici oggi coltivate e aumentare consistentemente la loro produttività con l’impiego di minori risorse”. Così il presidente di ice, Matteo Zoppas, intervenuto oggi al Meeting di Rimini.
“Nel contesto dell’attività di cooperazione internazionale del ministero degli Affari esteri e con la collaborazione del sistema paese, si innesta l’attività dell’Ice che raggiunge il duplice obbiettivo, anche nell’indirizzo del Piano Mattei che sarà considerato dalla nostra Agenzia una priorità per questi territori, di aiutare lo sviluppo di queste nazioni e, contestualmente, lo sviluppo di mercati emergenti per le imprese, i prodotti e le tecnologie italiane. – prosegue Zoppas – Attraverso diversi progetti, per citarne uno fra tutti ‘Lab Innova for Africa’, concentrati sia nell’Africa subsahariana che nel Nordafrica, formiamo ed informiamo imprese locali in merito alle nuove tecnologie e ai nuovi standard dell’agritech e della tecnologia agroalimentare; formiamo all’esportazione dei prodotti nei mercati internazionali, informiamo sui prodotti tecnologici made in Italy, leader mondiali del settore, ospitando anche aziende e operatori nelle fiere italiane di riferimento, tra cui MacFrut di Rimini”. “Azioni quindi di promozione che possono aiutare questi Paesi in via di sviluppo a velocizzare il gap esistente sulla sicurezza alimentare, ridurre gli impatti negativi sulla sostenibilità, ma anche sviluppare e conoscere tecnologie che riguardano l’ambito sanitario. Non va poi dimenticata l’avanguardia tecnologica del made in Italy in ambiti come quelli dell’irrigazione e delle Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita) che sono promosse dal ministero dell’Agricoltura per il tramite dell’Istituto Crea. – prosegue il presindente dell’Ice intervenuto oggi al meeting di Rimini – Elementi tecnologici innovativi in grado di creare maggiore resilienza della produzione agroalimentare agli effetti climatici, ambientali e ridurre i costi produttivi per offrire una maggiore accessibilità agli alimenti e dunque il ricorso a una dieta corretta. L’Africa importa dall’Italia 21 miliardi di euro di beni, di cui 1,3 miliardi dell’agroalimentare, in crescita del 30% rispetto all’anno precedente. Infine, molte altre iniziative vengono svolte attraverso i 12 uffici permanenti e a una serie di presidi flessibili e temporanei di ICE presenti nel continente africano, che svolgono intensa attività di commercio estero, attraverso attività di incoming, la partecipazione a fiere e collettive e altre importanti occasioni di promozione”. (AGI)
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