Afghanistan: Onu, non lasciamo donne a combattere da sole


Le donne afghane non possono essere lasciate da sole a combattere contro la discriminazione di genere del regime talebano. Altrimenti, ha spiegato la rappresentante delle Nazioni Unite per le donne in Afghanistan Alison Davidian, “non avremmo la base morale per lottare per i diritti delle donne da nessuna parte. Il loro destino determina il destino delle donne ovunque”. A tre anni dal ritiro delle truppe americane e Nato da Kabul e dal ritorno al potere dei talebani, appena tornata dal nord del Paese, la rappresentante Onu ha confermato che il deterioramento della situazione per i diritti delle donne si riflette in ogni ambito e in particolare quello socio-economico e sanitario.
“Collegata alla perdita dei diritti, i nostri dati indicano una crescente crisi di salute mentale. Il 68% delle donne che abbiamo consultato dichiara di avere una salute mentale “cattiva” o “pessima”. E l’8% ha detto di conoscere almeno una donna o una ragazza che aveva tentato il suicidio. E’ chiaro che le restrizioni dei talebani sui diritti delle donne e delle ragazze influenzeranno le generazioni a venire – ha spiegato Davidian – La nostra analisi mostra che entro il 2026, l’impatto dell’abbandono di 1,1 milioni di ragazze dalla scuola e di oltre 100.000 donne dall’università è correlato a un aumento del 45% delle gravidanze precoci e di almeno il 50% del rischio di mortalità materna”. Per contrastare questa deriva, l’Onu per le donne propone di continuare a investire sulle donne attraverso tre strategie. “Finanziare in modo flessibile e a lungo termine le organizzazioni femminili di base: È difficile, ma è possibile”, ha commentato Davidian. “Progettare programmi dedicati a contrastare l’eliminazione delle donne e delle ragazze, investendo direttamente nella loro resilienza, empowerment e leadership. Infine, è essenziale facilitare gli spazi in cui le donne afghane possano esprimere direttamente le loro preoccupazioni e priorità”. (AGI)