Le autorità talebane parteciperanno al terzo ciclo di colloqui sull’Afghanistan organizzato dalle Nazioni Unite in Qatar, dopo aver declinato il precedente invito, l’ha annunciato un portavoce del regime. “Una delegazione dell’Emirato islamico parteciperà alla prossima conferenza di Doha. Rappresenterà l’Afghanistan ed esprimerà la posizione dell’Afghanistan”, ha detto il portavoce del governo talebano Zabihullah Mujahid, riferendosi ai colloqui previsti per il 30 giugno e il 1 luglio.
La delegazione talebana – la cui composizione non è ancora stata annunciata – parteciperà perché l’agenda sembra “vantaggiosa per l’Afghanistan”, ha dichiarato Mujahid ai media afghani. L’agenda include “questioni come gli aiuti all’Afghanistan e la creazione di opportunità per gli investitori in Afghanistan, che è importante”, ha detto.
Gli emissari per l’Afghanistan si sono incontrati a metà febbraio a Doha per discutere del rafforzamento dell’impegno della comunità internazionale in Afghanistan, sotto l’egida delle Nazioni Unite e in compagnia di rappresentanti della società civile afghana, comprese le donne. L’elenco dei partecipanti condiviso dalle Nazioni Unite comprendeva Stati Uniti, Cina, Pakistan e Unione Europea, ma non le autorità talebane.
Le Nazioni Unite avevano esteso l’invito al regime, che ha preso le redini del potere in Afghanistan nel 2021, dopo la loro esclusione da un primo incontro a Doha nel maggio 2023. Ma il governo talebano ha rifiutato di partecipare a meno che i suoi membri non fossero gli unici rappresentanti del Paese. Ha inoltre chiesto un incontro faccia a faccia con il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
Al termine dei colloqui di febbraio, Guterres ha dichiarato in un comunicato che le condizioni poste dai Talebani “non erano accettabili”, ma che i delegati si auguravano la loro partecipazione a futuri incontri. Fonti diplomatiche hanno riferito che prima e dopo il terzo round di colloqui è prevista una consultazione di gruppi della società civile. Secondo le fonti, queste si concentreranno su questioni economiche e finanziarie e sugli sforzi per combattere il traffico di droga.
Diversi gruppi della società civile hanno anche esortato le Nazioni Unite a dare priorità alle questioni relative ai diritti delle donne durante i colloqui. Da quando sono tornate al potere, le autorità talebane non sono state riconosciute ufficialmente da nessun Paese e applicano un’interpretazione ultra-rigorista dell’Islam, moltiplicando le misure liberticide contro le donne, una politica descritta dalle Nazioni Unite come “apartheid di genere”. (AGI)
ANT