Afghanistan: donne cantano in video, protesta contro bando voce


Decine di donne afghane hanno aderito a una protesta online contro la recente legge voluta dai talebani che proibisce alle donne di parlare in pubblico: si filmano mentre cantano, mostrando solo una piccola parte del loro volto.
La settimana scorsa, i talebani hanno annunciato la legge, che include regole secondo cui i volti, i corpi e le voci delle donne dovrebbero essere “coperti” quando sono fuori casa, tra i 35 articoli che dettano comportamento e stile di vita.
In risposta, le donne afghane dentro e fuori dal Paese hanno pubblicato sui social media video in cui cantano, accompagnati da hashtag come “La mia voce non è proibita” e “No ai talebani”.
L’ex poliziotta Zala Zazai, che attualmente vive in Polonia, ha condiviso un video di se stessa mentre canta una canzone della nota artista Aryana Sayeed sulla resilienza delle donne afghane.
In un altro video, presumibilmente girato in Afghanistan, si vede una donna che canta mentre è vestita di nero dalla testa ai piedi, con un lungo velo sul viso. “Avete messo a tacere la mia voce per il prossimo futuro… mi avete imprigionata in casa mia per il crimine di essere una donna”, dice.
Gruppi di donne attiviste hanno pubblicato video in cui alzano i pugni o strappano foto del leader supremo dei talebani Hibatullah Akhundzada, che governa per decreto dalla città meridionale di Kandahar. “La voce di una donna è la voce della giustizia”, ​​canta un gruppo di attiviste in un altro video.
La legge sulla “Promozione della virtù e prevenzione del vizio” formalizza molte regole già in vigore da quando i talebani sono saliti al potere nel 2021, implementando un’interpretazione rigorosa della legge islamica, o sharia. Afferma che le donne non devono cantare o recitare ad alta voce in pubblico o lasciare che la loro voce si diffonda oltre le mura delle loro case. “Quando una donna adulta deve lasciare la sua casa per necessità, è tenuta a coprirsi il viso, il corpo e la voce”, prevede la legge.
La legge si riferisce alle voci delle donne come “aurat”, un termine usato nella sharia per indicare le parti intime di un uomo o di una donna che devono essere coperte.
Il portavoce capo del governo talebano Zabihullah Mujahid ha affermato che le critiche alla legge dimostrano “arroganza” e incomprensione della sharia. (AGI)