“Il tema delle infrastrutture idriche è noto da tempo”, con un gap negli investimenti “di circa 1 miliardo, ma anche 1,5 miliardi all’anno e non per avere una infrastruttura iper moderna, ma accettabile. Facendo semplici calcoli” negli ultimi 50 anni “ci sono circa 50 miliardi di euro di ritardo”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Acea, Fabrizio Palermo, nel corso dell’evento di Confindustria ‘Dall’emergenza all’efficienza idrica’. Questo gap, ha quindi spiegato, “va recuperato, altrimenti l’infrastruttura non riuscirà a sostenere l’economia. C’è un tema sul sistema tariffario, che è rimasto indietro, è la Cenerentola rispetto quello di gas e luce. E’ necessario non solo rivedere il meccanismo di calcolo, che non è in grado di intercettare le esigenze finanziarie di oggi, ma c’è anche un altro aspetto: il livello delle tariffe è basso”. Oppure, ha proseguito Palermo, “serve attingere a soldi nazionali ed europei e forse interrogarsi a livello europeo su un piano straordinario per l’acqua”. È arrivato il momento -continua-di istituire un Commissario europeo per l’Acqua. Il problema in Europa è trasversale, basti pensare alla drammatica siccità in Spagna, alla difficoltà nel sud della Francia e alla situazione in Italia. Sviluppare un Piano Marshall europeo per l’Acqua unendo gli investimenti a livello comunitario per le grandi infrastrutture a finanziamenti nazionali che andrebbero scomputati dal Patto di Stabilità, così da permettere di creare dei piani a lunga scadenza”. “Visto che lo Stato mette comunque mano al portafogli – ha concluso Palermo – tanto vale farlo prima sotto forma di investimento e pianificare così una gestione idrica integrata che tenga insieme adduzione, dighe, trasporto e depurazione”