A questa nostra futura Italia!


 

Il pensiero sturziano post-guerra.

Ancora non si è spenta l’era del plauso, degli inni, degli entusiasmi perla immensa vittoria nostra, per la vittoria degli alleati: ancora echeggiano dal piano alle valli, alle montagne che seppero il tuono dei cannoni e le fiamme e il fuoco e i vapori mortiferi, e videro stragi e morti, i cantici di gioia. Suonano ancora le campane delle nostre chiese e ripetono all’Alitassimo nei fremiti della commozione, il ringraziamento fedele di un popolo, che vide le sue sorti elevate nel trionfo di una vittoria oltre prevedere umano, oltre le speranze nutrite di costante fiducia nella causa di giustizia, nella difesa del diritto e della civiltà, nel raggiungimento delle aspirazioni dei popoli.

Rapida come il fulmine, vasta come la tempesta, avvolgente come l‘uragano, venne la vittoria, premio della costanza, virtù di uomini, ragione di eventi, alta disposizione della Provvidenza; e abbiam visto Lucifero cader dal cielo come folgore, quando il tedesco, nel culmine delle sue speranze, dopo aver quasi raggiunto Parigini e carpito il trionfo, cedeva, cedeva nel disfacimento di una forza titanica, immane, quello che peccò di superbia di fronte al mondo e di fronte a Dio.

Il cammino segnato ai popoli ad una nuova impreveduta orientazione dai fattori accumulatisi ed esplicitarsi nel giro di pochi giorni: nei quali la storia compie cicli immensi, nel tumulto di popoli, nel cader di regni, nel sorger di nazioni mentre ai valori spirituali la vita oggi vissuta da fasci di luce nuova, nei bagliori sanguigni tramonti.

È possibile raccogliere il pensiero, ancora pieno di spasmodica tensione, e proiettarlo sul futuro che ci attende, non come spettatori passivi e inerti, ma come fattori di opera, nel gigantesco risorgere della patria all’alito benefico della pace, nel progresso delle sue forze, pur nella crisi degli eventi, che gli uomini tentano di correggere e guidare, mentre si sprigionato energie novelle, dalle latebre della terra percorsa, dal profondo ignoto dell’anima umana, della coscienza collettiva?

Una sintesi parziale ha il valore dell’oggi; domani può cadere come nebbia al sole, evanescente e leggera; un programma formulato ancora sotto l’incubo degli eventi, può divenire un vaniloquio sterile, quado la realtà incombe con la sua forza tiranna; ma vi sono immutabili profondi, che dominano gli eventi e che illuminano le coscienze; occorre riverberare sugli umani eventi e sulle coscienze umane questi veri, perché una guida pratica sia a noi segnata anche nel tumulto dei trionfi e delle crisi

A questi eventi ispirerò il mio dire nel parlare di programma del dopo guerra oggi che la guerra è finita, e che nuovo cammino è aperto ai popoli nelle trepide ore della pace che sorge.