AGI – Ha messo in piedi un cartellone che mescola vecchio e nuovo, leoni del palcoscenico o dei talk e star delle tv o delle piattaforme. Molti per la prima volta a Napoli. Scommesse che hanno fatto sold out in una manciata di secondi e celebrità che il sold out lo assicurano con il loro solo nome. Poco più di 30 anni, globe trotter come assistente sia in regia che come manager del teatro ‘colto’, dal visionario Franco Dragoni alla cattedrale della lirica del San Carlo, Michele Mangini, senza denaro pubblico (almeno per ora!) ha assicurato una estate a Napoli con continuità e qualità di spettacoli. Il tutto nel giardino romantico di una delle reggie partenopee, nella piazza simbolo della città, quella del Plebiscito, la cui liberazione dalle auto segnò l’avvio di una stagione di speranza.
“Forse serve ricambio generazionale in questo tipo di ruolo, il direttore artistico – dice Mangini all’AGI – abbiamo formulato una offerta diversa, credo, che però lascerà il segno. La sfida per il prossimo anno, perché ci stiamo già pensando al prossimo anno, sarà quella di trovarne una nuova”. Nel primo week end di spettacoli, quello del 17 giugno scorso, 1500 ingressi senza che Palazzo Reale Summer Fest (dal giovedì alla domenica e fino al 5 settembre prossimo) avesse pubblicità. Direzione artistica Mangini, appunto, produzione Best Live ed Emmeemme, in partnership con Ester Gatta, due mesi e mezzo di incontri, dibattiti, concerti, eventi, stand up comedy. Biglietti alcuni gratuiti, altri a pagamento.
“Ho cominciato a pensarci durante il lockdown a questo festival. Nasce da una voglia di recupero di quella socialità, di quella umanità di cui sentivo il bisogno, aggiunge. “Con Best live abbiamo partecipato a bandi pubblici e speriamo, ma per ora ci siamo autofinanziati. E abbiamo concepito un cartellone che per me è strano definire strano, con artisti che per alcuni sono nuovi, ma che non sono di nicchia, e altri più che noti – racconta – pensavo che la gente apprezzasse ma non mi aspettavo che alcuni facessero tutto esaurito come era prevedibile per Cristian De Sica o Alessandro Siani. Invece Lundini, Giraud, lo hanno fatto in una manciata di minuti. E ci ho tenuto a portare il cinema per me più nuovo, l’onda coreana che ha portato a ‘Parasite’, ma anche un nuovo modo di intendere il giornalismo sportivo, come quello della testata on line ‘Ultimo uomo’, un longform che spiega gli intrecci tra sport e politica, ad esempio”.
In molti lo ringraziano nei social e di persona “per aver portato qui personaggi che di qui non passano mai. Viviamo un momento di transizione digitale e tecnologica importante. La mia generazione non usa la televisione se non come schermo per la Playstation e per vedere pochi eventi. Siamo abituati a scegliere dalle piattaforme. Anzi, esiste un effetto Netflix, come lo ha battezzato una ricerca di Harvard. L’ampiezza di scelta che abbiamo si tramuta in un blocco, ina paralisi di azione che alla fine ci condiziona, anche nella vita” .
“C’è una domanda di qualità – avverte – e bisogna garantire l’offerta. Tra gli strumenti di questa rivoluzione, i social e le piattaforme, appunto. Ora Twitch, a esempio, dove personaggi fanno 30/40mila spettatori al giorno. Non so come andrà a finire, ma sta succedendo. E il festival può essere un modo per indagare”. A Dragone, che lo prese come manager a 27 anni, deve tutto, ammette: “Ho cominciato con lui nel 2016 al Napoli teatro festival. Ho rubato da lui come scegliere gli spettacoli, la tecnica. Ma la voglia di fare da solo è arrivata con la pandemia. Dopo un anno e mezzo di clausura, avevo urgenza di incontrare altre persone e parlarci. Avere Best live alle spalle mi ha aiutato”. Questo intreccio tra nuove generazioni e vecchie, “non dico sia un passaggio testimone ma una commistione che era necessaria”. Palazzo reale è poi un “complicato sito storico. E io ci tengo ai luoghi di cultura della mia città, che vanno rispettati persino nelle forme, anche negli abiti di chi vi lavora. Il direttore Mario Epifani ha appoggiato la rassegna. C’è chi sa dare fiducia ai ‘ragazzi’, in questo paese che ci considera tali anche a 30 anni. La narrativa è questa, un po’ perché la vita media si è allungata, ma molto perché è una problematica tutta italiana”.
Dopo anni in giro per continenti, la decisione di Mangini di tornare a casa è legata al fatto che “Napoli città più democratica al mondo. Qui ci sono cose che non puoi comprare come la possibilità di fare un tuffo in mare e mangiare una pizza qualunque sia la tua condizione sociale ed economica. Certo ha criticità, come tutte le città, ma non vederle per proteggerla le fa un torto”. Mangini ha 32 anni e punta dunque sulla sua generazione.
Tra gli ospiti, infatti, talenti comici recenti come Valerio Lundini (27 agosto), che ha ascolti record su Rai Due con il programma ‘Una pezza di Lundini’; Michela Giraud (29 agosto), star della stand up comedy e protagonista della trasmissione Lol; Aurora Leone dei The Jackal (25 luglio). Ma anche per la musica Gaia, vincitrice di Amici 2020 (17 luglio), Francesca Michielin (5 settembre), e gruppi come i Selton (11 luglio) e i Goldston (24 luglio). Insieme a loro Siani ( 27 luglio) che presenta il suo nuovo spettacolo Libertà live tour ‘Celebrazione 25′; De Sica (16 luglio) che si racconterà in un dialogo con Pino Strabioli; e Monica Guerritore, tra le protagoniste dell’ultima settimana del festival (a settembre) dedicata alle donne. Sul fronte degli scrittori, Michele Santoro (1 luglio) per il libro ‘Nient’altro che la verità’ su Maurizio Avolla, killer di mafia, Teresa Ciabatti (2 settembre). Molto atteso il concerto di Fabio Concato (9 luglio).
Perché un festival con appuntamenti culturali? “Ci sono troppi analfabeti funzionali, e non è accettabile – la risposta – occorre investire di più cultura. Serve a essere liberi, a pensare con la propria testa. E questo non ha prezzo”.
Source: agi