Giunto alla terza edizione il “Catania Fringe Off” organizzato da Francesca Vitale e Renato Lombardo, si configura sempre più come uno dei massimi eventi culturali non soltanto etnei, ma altresì regionali, proponendo un’offerta sempre più ricca e originale della contemporaneità teatrale
di Franco La Magna
Un’alluvione di spettacoli, raccolti in uno spazio temporale ridotto (8 giorni, da giovedì a domenica di due settimane, 17-20, 24-27 ottobre), sparsi nel tessuto urbano “inventando” location (25!), anche al di fuori dei tradizionali luoghi deputati alle rappresentazioni teatrali. Una salutare indigestione di teatro, impossibile da assaporare in tutte le ghiotte “pietanze” offerte, per la ricchezza d’un menù che ingloba la summa delle prismatiche contemporaneità della recitazione, dal monologo al teatro canzone, alla danza e al circo contemporaneo, dalla prosa cabaret, alla moderna drammaturgia, spingendosi fino ai territori del teatro danza e fisico, alle clownerie, alla stand up comedy. Occasione succulenta, “rivoluzionaria” che, con i suoi trenta spettacoli quotidiani ed altri eventi, suffraga il primato di Catania e ne rafforza il ruolo d’indiscussa capitale isolana dell’arte antica della recitazione. Si presenta così la terza edizione del “Fringe Catania Off”, importato da una radicata, ultra decennale tradizione europea, nel capoluogo etneo ideato e diretto da due avveduti impresari direttamente contaminati da inveterata passione, Renato Lombardo e Francesca Vitale (autrice e attrice), puntellati da coraggioso e contagioso entusiasmo, a cui la “teatrale” Catania ha risposto con pari ardore, divenendo set prediletto d’una “magmatica” esplosione di vitalità artistica, accogliendo giovani attori e compagnie provenienti da Palermo, Torino, Trento, Padula, Milano, San Lazzaro di Savena, Cerveteri, Roma, Lecce-Ferrara, Flano Romano, Pesaro, Lamezia Terme, Firenze, Padova, Bologna, Marsala, Paternò, Trento, Messina, Serradifalco, Misterbianco, Salerno, San Lazzaro di Savena, Livorno, Prato, Pietra De’ Giorgi (PV), Solarino, Marsala, Napoli, Varese, Cumiana, Melilli, Fiano Romano, Cremona. E ancora, scavalcando confini isolani e nazionali, Carouge (Svizzera), Los Angeles (USA), Istambul (Turchia), Ucraina, Cardiff (Galles). Un caleidoscopico calendario di spettacoli-laboratorio, già avvenuti nelle prime settimane di ottobre nelle scuole etnee di secondo grado, si aggiunge alla strabocchevole offerta delle performances, moltiplicandone la diffusione, mentre nello spazio “Village Off” di via Indaco 23, quotidiamente punto d’incontro tra compagnie, operatori, pubblico, mostre, incontri e focus, ristoro e biglietteria, la convergenza di tutte le attività collaterali assicura al Fringe quella completezza tipica di tutti i grandi eventi culturali. Di particolare interesse, mercoledì 23 ottobre alle 17,30, si presenta il focus sullo stato di salute del sistema teatrale metropolitano e ancora quello sui contratti dello spettacolo (h. 10,30), ironicamente battezzato “E così SIA(E)”, ma altresì la mostra fotografica “Foto di Scena”, a cura di Antonio Parrinello e Dino Stornello e i molti altri eventi quotidiani, spinti fino a domenica 27 ottobre. Sconfinando nel territorio limitrofo alla città (a Mascalucia, dove da anni agisce uno Stabile”, è coinvolto il teatro “Mario Re” ed Aci Castello), il Fringe si configura, infatti, come uno dei massimi eventi culturali non soltanto della città metropolitana di Catania, ma altresì dell’intera Regione Sicilia che ha dato i natali a drammaturghi e attori di fama mondiale, da Pirandello a Verga, da Giovanni Grasso e Angelo Musco a Salvo Randone. Ma oltre il limite della “necessaria” passività del pubblico teatrale (tabù, peraltro, più volte violato), Fringe Catania Off invade le periferie con il progetto “Off dell’Off, in rete con le scuole e le associazioni territoriali, per un’originale rialffabetizzazione – sono parole testuali del depliant-programma – artistica ed emozionale delle nuove generazioni”. Dunque coinvolgimento diretto di centinaia di studenti, anche con il laboratorio “Lo studente in Giuria”. Un’ultima chiosa, glossa doverosa e affettuosa rivolta alle decine di giovani e giovanissimi attori e attrici, ma altresì registi, tecnici e nuovi autori che, sobbarcandosi sacrifici di non lieve entità e sostenuti da bruciante passione e generalmente scarsi introiti di denaro, rinnovano e mantengono in vita una delle espressioni più alte e nobili dell’ingegno, della rappresentazione e della riflessione sulle complicate, tormentate, paradossali, cerebrali, tragiche o comiche vicende dell’esistenza umana.