A Sala Futura “Effetto Truffaut”, omaggio al grande regista nato 90 anni fa; Sala Verga propone “L’ombra di Totò” il funerale del Principe della risata visto da Emilia Costantini; al Piccolo Teatro “Didone pop” e al Canovaccio “Cirasella non abita più qui” di Roberta Amato e Alice Sgroi. Dal 20 al 23 aprile.
Fonte: Uffici Stampa
EFFETTO TRUFFOUT
Dal 20 al 23 aprile a Sala Futura per la stagione del Teatro Stabile di Catania va in scena EFFETTO TRUFFAUT di Nicoletta Della Corte e Valerio Ruiz, regia di Valerio Ruiz, protagonista Nicoletta Della Corte accompagnata al pianoforte da Alessandro Gwis.
Lo spettacolo teatrale nasce per i novant’anni dalla nascita di François Truffaut ed evoca la figura del regista scomparso nel 1984, a soli 52 anni. Il suo cinema è testimonianza di una sensibilità che ha messo al centro dei propri racconti l’infanzia, la figura femminile e l’amore. Nell’arco di una notte, nell’appartamento pieno di disordine nel quale la protagonista si è isolata dal mondo, seguiamo la donna ricostruire il puzzle della sua vicenda sentimentale.
Quello con Michele Piergiorgi, pianista di successo, è stato un amore con un andamento tutto suo: dall’iniziale attrazione travolgente, è stato relegato progressivamente alla sfera della virtualità, in un gioco di seduzione, ambiguità, erotismo, provocazioni e malintesi, che lasciava la donna sospesa tra il ricordo della loro passione e la promessa di potersi rivedere.
“La protagonista è sola, eppure François Truffaut è con lei, vive nella sua immaginazione – spiega nelle note di regia Valerio Ruiz – Le sue parole e la sua figura risuonano soltanto nel cuore di lei, creando l’illusione che il regista francese sia una presenza vera e propria. Un sogno a occhi aperti che le permette di muoversi parallelamente su diversi piani e registri. Da una parte si rivolge direttamente a François Truffaut in un dialogo immaginario, dall’altra rivive scene del suo recente passato d’amore”. La musica è un elemento narrativo centrale e caratterizzante lo spettacolo. Nicoletta Della Corte, infatti, è accompagnata in scena dal pianista Alessandro Gwis. Brani noti, come Non andare via di Jacques Brel e Parigi di Paolo Conte, si alternano a canzoni tratte dai film del regista e a brani inediti, scritti e composti per lo spettacolo. In uno spazio scenico concepito in bianco e nero, alcune video proiezioni accompagnano il racconto. Le immagini evocano ricordi, pensieri, luoghi, parole che vivono nel cuore e nella mente della protagonista.
Testo di Nicoletta Della Corte e Valerio Ruiz; regia Valerio Ruiz; con Nicoletta Della Corte; pianoforte Alessandro Gwis; disegno luci Leone Orfeo; aiuto regia Francesca Bertocchini; produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro della Toscana, Tradizione e Turismo srl – Centro di Produzione Teatrale -Teatro Sannazaro; Giovedì 20 aprile ore 20,45; Venerdì 21 aprile ore 20,45; Sabato 22 aprile ore 20,45; Domenica 23 aprile ore 18
L’OMBRA DI TOTÒ
Dal 21 al 23 aprile va in scena a Sala Verga per il Teatro Stabile di Catania L’ombra di Totò, con Yari Gugliucci, Annalisa Favetti, Vera Dragone. Il testo è di Emilia Costantini, giornalista teatrale del Corriere della sera, adattamento e regia di Stefano Reali. Un racconto di una giornata entrata nella storia di Napoli: il 17 aprile del 1967, giorno del funerale di Totò. Un funerale che si dice seguito da centoventimila persone che quasi impedirono alla compagna del principe della risata Franca Faldini e alla figlia Liliana di seguire la bara. Un funerale dove una donna tra la folla ad un certo punto ebbe l’impressione di vedere Totò vivo, ma in realtà si trattava soltanto di Dino Valdi (al secolo Osvaldo Natale) controfigura di Totò, ma anche suo amico devoto. Nel racconto della Costantini Valdi fu intervistato da un giornalista de il Mattino, una intervista immaginaria, chiaramente, “che intende tracciare una biografia non autorizzata” del grande attore. La vita di Totò viene narrata in scena in maniera assolutamente inedita da colui che ne ha rappresentato l’ombra. L’umile Dino Valdi diventa, almeno una volta nella sua vita, improvvisamente e inconsapevolmente protagonista assoluto di una storia che non è la sua. Attraverso i suoi ricordi, riemergono i fatti e i personaggi del percorso artistico e familiare, pubblico e privato, del celebre attore.
Testo di Emilia Costantini; adattamento e regia Stefano Reali,; Personaggi e interpreti: Dino Valdi Yari Gugliucci, La giornalista Annalisa Favetti; Le donne di Totò Vera Dragone; Scena Carlo de Marino
DIDONE POP
Un’eroina moderna e popolare la Didone di quest’opera che lascia la sua terra martoriata per trovare una nuova meta su cui approdare e trovare pace per sé e per il suo popolo. È lei la protagonista di Didone Pop, scritto da Beatrice Monroy e Luana Rondinelli (tratto dal libro Dido Operetta Pop della stessa Monroy) e prodotto dal Teatro della Città, in scena al Piccolo Teatro della Città, venerdì 21 e sabato 22 aprile, ore 21. Il testo, diretto da Luana Rondinelli, con le scene e i costumi di Vincenzo La Mendola, vede protagonisti Laura Giordani, Luana Rondinelli, Luca Fiorino, Luigi Nicotra in una proposta “fuori dagli schemi”. Un testo che, come sottolinea Monroy: “lega l’attualità che attraversa il Mediterraneo e i temi della contemporaneità – come gli sbarchi, la condizione della donna, il potere, i social media – alla potenza del Mito”. “Un viaggio è sempre un’incognita – spiega l’autrice, regista e attrice Luana Rondinelli – il viaggio di Didone inizia lasciando la propria terra per cercare un posto sicuro altrove, dove trovare pace e portare la sua gente in una terra umanamente accogliente”. “Didone – continua – oggi è qui, su quella barca per salvare gli immigrati, è Regina e donna e nel suo andare, si imbatte in personaggi strani dai papponi di un’isola che sembra un paradiso in cui si mercifica il corpo della donna a Iarba, il politico di turno che da questo sbarco vuole trarre solo benefici economici. Nel suo cammino affiancata dalla sorella Anna, c’è spazio anche per l’amore: Enea lo straniero. Ma l’amore si sa ha dei risvolti imprevedibile se a muoverne le fila sono gli Dei”. Luana Rondinelli sarà protagonista – venerdì 21 aprile, ore 11 al Cut – Centro Universitario Teatrale – del nuovo appuntamento di Retroscena, il ciclo di approfondimenti e incontri, in collaborazione con l’Università di Catania, sugli spettacoli in cartellone al Teatro Brancati e al Piccolo Teatro della Città. Durante l’incontro, l’autrice, regista e attrice dialogherà con la professoressa dell’Università di Catania, Simona Scattina a proposito di Didone pop e di Taddraride, altro suo spettacolo che, con Donatella Finocchiaro e Giovanna Mangiù, andrà in scena al Piccolo Teatro della Città dal 4 maggio.
Testo di Beatrice Monroy e Luana Rondinelli; diretto da Luana Rondinelli, scene e i costumi di Vincenzo La Mendola; protagonisti Laura Giordani, Luana Rondinelli, Luca Fiorino, Luigi Nicotra
CIRASELLA NON ABITA PIU’ QUI
“Nei quattieri di Catania, ancora una volta per raccontare una storia che parla di autenticità e meraviglia in cui anime mangiate e vomitare hanno lo stesso olezzo delle carnazzerie della loro strada prediletta…Due cose si possono dire di Cirasedda, che ama la sua mamma incondizionatamente e che nessuno può toccargliela. E se pensando a quest’ultima cosa ti viene da ridere, vuol dire che non conosci abbastanza il difficile mondo e il cuore straziato di Natale Cirasedda… Ama persino la sua assenza”. Al Teatro del Canovaccio 22 e 23 aprile.
Drammaturgia di Roberta Amato e Alice Sgroi; con Vincenzo Ricca; regia di Nicola Alberto Orofino.