8 marzo: Fabi, stereotipi culturali radicati, ora nuove regole

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“Il divario nell’accesso al credito tra uomini e donne trova spesso radici in stereotipi culturali ancora radicati, procedure burocratiche complesse e scarsa attenzione del sistema bancario alle specifiche esigenze femminili. Le banche, pur essendo sempre più attente alle politiche di inclusione e dimostrando alta sensibilità sociale, mostrano ancora una tendenza a richiedere maggiori garanzie alle donne, influenzando negativamente le possibilità di sviluppo economico e il rafforzamento del ruolo delle donne nella società”. Lo sottolinea la dirigente sindacale Fabi, Annalisa Campana, che ha curato una ricerca in occasione dell’8 marzo, che si celebra domani. Per Campana “superare questo ostacolo è necessario non soltanto per ragioni di equità sociale, ma anche perché garantire un accesso più equo e diffuso al credito per le donne produrrebbe effetti benefici per l’intera economia nazionale”. E spiega: “L’accesso al credito rappresenta un indicatore fondamentale per misurare l’inclusione finanziaria e l’autonomia economica delle persone. Tuttavia, in Italia, le differenze di genere nel credito bancario restano significative e diffondono una disparità che incide sulla possibilità delle donne di investire, acquistare una casa o avviare un’attività imprenditoriale. Laddove l’accesso al credito per le donne è equo e inclusivo, si ottengono risultati migliori in termini di crescita economica, innovazione, occupazione e benessere sociale”.
Insiste la dirigente sindacale Fabi: “Bisogna agire con decisione sul piano legislativo e culturale, promuovendo norme e strumenti che assicurino maggiore equità nelle pratiche bancarie e sensibilizzando gli istituti finanziari a una concreta responsabilità sociale. È fondamentale adottare politiche di credito inclusive e strategie di valutazione che tengano conto delle specificità e delle esigenze delle donne – conclude nella sua riflessione – incoraggiando così un circolo virtuoso di crescita e autonomia economica capace di generare benefici per l’intera società”. (AGI)


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