Lo scrittore irlandese Oscar Wilde fu il protagonista di due procedimenti giudiziari, che ebbero un impatto notevole su di lui e che lo segnarono per il resto della sua vita. Nel primo dei due processi (1895), fu Wilde ad accusare di calunnia John Sholto Douglas, nono marchese di Queensberry e padre di Alfred Douglas, con cui Wilde intratteneva una relazione dal 1891. Il procedimento, però, si ritorse rapidamente contro Wilde stesso, per le prove sulla sua omosessualità raccolte da investigatori ingaggiati dalla difesa che le rese note in tribunale.
Ciò originò il secondo procedimento, che vide questa volta Wilde imputato per sodomia. Celebre il riferimento all’«amore che non osa pronunciare il proprio nome» emerso durante il dibattimento, che si concluse con la condanna per lo scrittore a due anni di reclusione che scontò presso il carcere di Reading. Il processo ebbe una risonanza internazionale, perché Wilde era già un autore molto noto.