4 novembre 1918. Prima Guerra Mondiale, l’Impero austro-ungarico si arrende all’Italia


 

di Gianni De Iuliis

L’armistizio di Villa Giusti fu firmato il 3 novembre 1918 nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino a Padova fra l’Impero austro-ungarico e l’Italia. Entrò però in vigore solo a partire dal giorno dopo, il 4 novembre 1918.

Nel 1918 l’esercito austro-ungarico pianificò una massiccia offensiva sul fronte italiano, da sferrare all’inizio dell’estate, in giugno. L’attacco s’ infranse contro la resistenza opposta dall’ esercito italiano sulla linea del fiume Piave. Dopo l’insuccesso le forze dell’Impero austro-ungarico erano talmente logore da non poter opporre una resistenza alla controffensiva italiana, che ebbe inizio il 24 ottobre con la battaglia di Vittorio Veneto.

Gli incontri e le trattative si tennero presso villa Giusti dalle ore 10 del primo novembre ed ebbero termine soltanto alle 3 del mattino del 3 novembre. Alle ore dieci di mattina, attraverso il generale Pietro Badoglio, fu comunicata la proposta austroungarica. La stesura dei documenti relativi all’armistizio fu compiuta in seno al consiglio di guerra di Versailles.

L’attuale Alto Adige si trovò dal 4 novembre all’interno dei confini d’Italia, nonostante la maggioranza di madrelingua tedesca (all’epoca il 96,6%, oggi il 75% circa della popolazione). La zona era stata promessa all’Italia nell’accordo di Londra del 1915.

Anche il Trentino si trovò a essere parte del Regno d’Italia in base agli Accordi di Londra del 1915.

Una situazione simile si ebbe in poche aree della Venezia Giulia interna, dove l’elemento sloveno e croato talvolta costituiva la maggioranza della popolazione, con punte che toccavano il 90-95% in alcune zone rurali vicine al nuovo confine con il neonato Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni; sloveni e croati erano invece in netta minoranza nelle zone costiere istriana e triestina e nel basso goriziano.